FINANZIAMO DAVVERO GLI SCAFISTI LIBICI? ERA ORA

Davvero il governo italiano paga gli scafisti libici perché cambino mestiere? Uno scandalo? Direi che era ora. La prima cosa che mi ha insegnato quel po’ di esperienza africana che ho avuto è stata che se vuoi che non ti rubino in casa devi assegnare un lavoro di guardia (watchman) a quel gentile signore che ti bussa alla porta offrendosi come tale. Ovviamente non è il caso che tu faccia troppe indagini, altrimenti scopriresti che è l’autore dei furti che hai subito fino ad allora. Il punto è che, una volto assunto il gentile signore, i furti si azzerano come d’incanto e tutti vissero felici e contenti.Nella fattispecie del caso libico attuale è chiaro che la ridotta intensità del business petrolifero ha dirottato altrove la professionalità della forza lavoro locale, In particolare verso la tratta dei rifugiati. Se consideri questa attività criminosa e da eliminare, altro non ti resta da fare se non accettare che chi vi è implicato possa sbarcare altrimenti il lunario in progetti che tu opportunamente gli finanzi. Altrimenti che fai? mica puoi affondare gli scafi o sparare addosso a chi ci sta sopra.E allora fai come in Afghanistan dove davi soldi per piccole attività di allevamento ai coltivatori nei campi di papavero, sperando che cambiassero mestiere. Sto provocando? Un po’ sì ma non del tutto. Certo le questioni della rotta sul Mediterraneo si risolvono solo se fai ricorso ad altri provvedimenti: corridoi umanitari, campi di smistamento gestiti esclusivamente da autorità internazionali come l’Unhcr, revisione degli accordi di Dublino. E ovviamente, se metti in piedi un progetto perché gli scafisti la smettano coi loro traffici, devi essere sicuro che i tuoi finanziamenti siano indirizzati solo dove intendi tu.Ma non scandalizziamoci, se si elimina il business della tratta criminale fornendo opportunità di lavoro alternative, a chi ci sta dentro per sopravvivere, dopo una guerra che ha fatto terra bruciata dell’economia locale. In fondo anche una scelta cinica può contenere un sottofondo di umanità.