LA VIOLENZA VERBALE SUI SOCIAL E’ SCATENATA DALL’INGIUSTIZIA

Tanti esecrano la volgarità e la cattiveria dilaganti sui social. Hanno ragione: pur rifiutandomi di chiamarla violenza verbale come mediaticamente di moda (la violenza è un’altra cosa e l’eccesso di iperboli e di metafore serve a far perdere di valore al linguaggio e a rendere ogni colpa equivalente), lo considero un fenomeno pericoloso e in qualche caso ripugnante. Mi stupisce però che pochi si interroghino sulle ragioni di quella volgarità e di quella cattiveria. La mia spiegazione è che, come spesso è capitato storicamente, si tratti di una reazione, per ora soltanto retorica, alla palese mancanza di giustizia; l’illegalità e l’impunità dominano in Italia, a tutti i livelli, e l’illegalità e l’impunità creano rabbia, e la rabbia è spesso cattiva e quasi sempre volgare. Inutile, se non si organizza, ma comprensibile. Avete mai preso l’autostrada del Brennero e provato a superare una fila di camion a 130 all’ora? Immancabilmente la BMW di un tedesco o di un austriaco vi si incolla chiedendo strada; in Germania o in Austria non si sognerebbero di superare del 20 o 30% i limiti di velocità, quando ci sono da quelle parti, ma in Italia sanno benissimo di poter fare quello che gli pare e arrogantemente pretendono di farlo. Ogni volta gli auguro di schiantarsi alla prossima curva e nel frattempo insulto loro e i loro progenitori e discendenti; se scrivessi post in quei momenti sarei cattivo e volgare. Volete davvero riportare un po’ di civiltà nei rapporti umani, diretti o virtuali? Lottate per ricostruire lo Stato di diritto e riportare nel nostro paese la certezza della pena per chiunque in qualsiasi modo (ripeto: chiunque, e in qualsiasi modo) infranga le regole e la legge. Che si possono e devono cambiare ma non semplicemente eludere, se non rischiando appunto l’affermazione di culture individualiste o di nicchia fondate sul privilegio e sul sospetto, sulla paura e sull’indifferenza, sulla semplificazione e sull’ignoranza.