PD: LA BEFFA DELLA CASSA INTEGRAZIONE

PD: LA BEFFA DELLA CASSA INTEGRAZIONE

Penso agli amici che l’altro ieri verso le 16 e 30 hanno ricevuto la notifica della mail pubblica del loro capo. Diceva: “Bello ritrovarsi dopo questo caldissimo agosto. Spero che abbiate passato delle splendide vacanze, come fortunatamente è accaduto a me”. Seguiva per l’ennesima volta la soddisfazione per i grandi successi della sua gestione: il jobs act, il calo degli sbarchi. Il tempo di leggere, ed è arrivata sui loro computer un’altra notifica del datore di lavoro: questa volta la mail li informava che dal giorno dopo sarebbero stati in cassa integrazione. Una comunicazione ufficiale e burocratica, senza una parola in più di quelle consigliate dagli avvocati. Ho lavorato per un partito e ho molti amici che lavorano per un partito. So com’erano abituati a lavorare, so come li trattavano i loro capi, so dei silenzi e delle porte chiuse e della paura, quasi, di questi anni. Non racconto niente, per non mettere nessuno a disagio. Penso però che molto peggio che essere messi in cassa integrazione sia essere trattati così. Come numeri, come estranei, come costi. Come disturbi alla narrazione. Come fastidi da liquidare. Vorrei dirglielo, senza metterli in imbarazzo, che mi dispiace.