QUANDO ESSERE UBRIACO PROVOCA UNA STRAGE

QUANDO ESSERE UBRIACO PROVOCA UNA STRAGE

La mia ingordigia, la mia superficialità, la mia irresponsabilità le faccio pagare a te. A caro prezzo. Tutto quello che prendo in più per me, senza averne il diritto, lo sto rapinando a te, ai tuoi amici, ai tuoi figli. Il mio egoismo, le mie sbornie, le sniffate di cocaina, le pasticche di stupefacenti, il vezzo di telefonare, messaggiare, armeggiare col telefonino quando guido non sono fatti miei, sono fatti tuoi. Fatti nostri. Io alzo il gomito stasera e una persona muore. Chi non si ferma al semaforo rosso è un piccolo, stupido, vigliacco mafiosetto. Mette a repentaglio la vita di un bambino, di una mamma, di un’ intera famiglia. Dopo, a tragedia avvenuta, si faranno avanti i genitori, gli amici, gli avvocati. E invocheranno comprensione, magnanimità, perdono. “ Non voleva uccidere” ho sentito dire dal padre di un ragazzo che, ubriaco, ha fatto una strage. Ci credo, ne sono certo: non voleva uccidere. Ma lo ha fatto. Ha ucciso. Adesso piange. Si dispera. Ha trascinato nella sua follia tante altre persone. Era stupido? No. Pazzo? No. Cattivo? Nemmeno. Era semplicemente ubriaco. Aveva rinunciato a essere padrone di se stesso. Aveva abdicato alla sua dignità di uomo libero e intelligente. Buona settimana a tutti.