REVELLI: MIGRANTI FUORI DALLO SGUARDO

REVELLI: MIGRANTI FUORI DALLO SGUARDO

Non ci siamo per niente: il vertice italo-europeo di Parigi conferma e ribadisce la carica spaventosa di disumanità con cui si affronta la drammatica condizione di vita dei migranti. Si può in estrema sintesi dire: si allarghino pure i confini dell’Europa sin dove arriva lo sguardo ma i disperati del mondo restino fuori dallo sguardo e soprattutto lontano dai nostri occhi. E’ la sintetica e severissima opinione del politologoMarco Revelli,ordinario di Scienze della Politica alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale di Vercelli, sul vertice di Parigi tra Germania, Francia, Italia e Spagna allargato a Libia, Nigeria e Ciad, il cui obiettivo e’ sbarrare, chiudere la cosiddettaRotta del Sahel,quella che porta i migranti in Libia e di lì in Europa, principalmente tramite il nostro Paese. Fa orrore la disumanità delle oligarchie dominanti: arrivano a reclutare e pagare i guardiani dei confini che i migranti non devono oltrepassare,osservaRevelliche terrà, il 12 settembre a Cuneo, la Lectio Magistralis di apertura del mega convegnoHumanitas. Le scienze umane nel mondo conteporaneopromosso dallaSummer School Cespec(Centro Studi sul Pensiero Contemporaneo) percomprendere tramite gli strumenti delle scienze umane le dinamiche e le criticità del tempo presente. Fautore diuna nuova antropologia dell’uomo,che abbia come assi portanti:l’inumano e l’umano,perrifondarela socialità, lo spazio sociale, imprigionati nella morsa della micidiale coppiaforza-paura,Revellinon ha dubbi:la grande sfida che abbiamo davanti è il disumano o l’inumano che è contenuto dentro l’umano. E’ proprio la distinzione netta e chiara tra inumano e umano quel che oggi fa la differenza tra destra e sinistra nelle forme storiche conosciute, ereditate.La strada da battere, nella nostra epoca post-politica, per avviare questa ineludibile ricerca su inumano/umano può esser quella intanto di recuperare il terreno dei valori originari pre-politici.Come ad esempio: uguaglianza, libertà, mutualità, laicità. Ma questo sarebbe, è solo il primo passo al quale ne è immediatamente successivo e contestuale, un altro: riprendere – comeRevelliha brillantemente fatto in un articolo sul Manifesto dell’8 agosto scorso – quanto scritto dal politologo di Mdp,Carlo Galli,nellaPremessa. L’inumano, e oltrenel 2005 al saggioL’età dell’inumano,Caroccieditore:l’inumano non è il male di vivere […] è piuttosto il presentarsi attuale della possibilità che l’uomo sia nulla per l’altro uomo, ovvero consideri nulla l’altro uomo […] più che da un’essenza, è caratterizzato da un’energia negativa, di negazione, e insieme da una radicale mancanza di essere. L’inumano è,violenza reificante che annichilisce l’uomo: se c’e’ un concetto dell’inumano è probabilmente questo. È con queste affermazioni di Galli che Revelli ha trattato e tratta il dramma, la tragedia dei profughi che, in sostanza, non sarebbero, non sono, esseri umani degni di considerazione alcuna, ma sarebbero e sono solouna cosa: anzi,il nullaprima ideato e poi agito perun’energia negativa, di negazione. Il convegno multietnico e a più voci, dellaSummer School Cespeccercherà, dunque, di dare risposte a alcune tematiche di stringente attualità, come la convivenza e l’integrazione tra culture differenti, mostrando i vantaggi che possono venire da una formazione umanistica per districarsi tra le tante numerose problematicità a esse legate: dalla violenza religiosa all’interno dello spazio pubblico una volta che si è radicalizzato lo scontro tra culture e religioni differenti, all’educazione e alla cittadinanza, dalla natura e dall’ecologia, fino alla vita e al nostro modo di stare al mondo.