RINNOVO CONTRATTUALE DIPENDENTI PA: L’ENNESIMA BEFFA

Il rinnovo contrattuale degli statali? Una gatta da pelare per i sindacati impegnati a trovare la soluzione B per non far decadere il famigerato“bonus Renzi”. Un rinnovo che per i circa 3,2 milioni di dipendenti pubblici rischia di trasformarsi in beffa. Oltre al danno che subiscono da nove lunghi anni. Risale infatti al 2008 il blocco di tutti gli scatti di adeguamento stipendiale conseguenti alla crisi economica della quale, nonostante i reiterati annunci di ripresa, si stenta a vederne la fine.Il rinnovo dovrebbe consistere nell’aumento in busta paga di 85 euro mensili. Lordi naturalmente. Una vera magnificenza, non c’è che dire. Che però avrebbero il potere di neutralizzare il precedente bonus renziano riconosciuto in busta paga, a partire da maggio 2014 ai dipendenti con redditi fino a 26mila euro.“L’incremento salariale non può e non deve essere confuso con il bonus degli 80 euro”si affannano a dichiarare i vari rappresentanti delle OOSS. Ma sapendo quanto la loro forza di contrattazione con la controparte governativa sia divenuta, in questi ultimi anni, quasi pari a zero, il rischio è davvero forte. I lavoratori dipendenti, dopo quasi 9 anni di vacanza contrattuale, potrebbero trovarsi in busta paga meno di cinque euro. Un’umiliante elemosina. Per il mantenimento del bonus, a fronte dell’incremento salariale, occorrono 125 milioni. Un fondo che a tutt’oggi non è stato stanziato. Ed il rebus è sempre lo stesso: dove trovarli?Per la serie, la mano sinistra toglie quel che la mano destra dà, sembra questa la trama che sta per essere scritta nel libro delle beffe. Peccato che a pagarne le conseguenze siano sempre i soliti noti