A ROBERTO MOZZICAFREDDO, SINDACO DI PORTO RECANATI, CHE DICE: “QUI NON È SCAMPIA”

Caro sindaco, se le è scappata una frase infelice (“L’hotel House di Porto Recanati non è Scampia”), non la difenda. Si scusi e ne approfitti per migliorare se stesso e il proprio lingiuaggio: Porto Recanati potrà solo trarne beneficio.Lei cosa sa di Scampia: quello che ha visto in tv nello sceneggiato “Gomorra”? Quello che era Scampia anni fa, con la guerra di camorra? Se è così, il suo riferimento a Scampia è fuori luogo e offende le meravigliose persone da cui potrebbe imparare tantissimo, per quel che hanno fatto e fanno a Scampia.Conosce Gianni Maddaloni? La sua palestra (e i suoi figli e il genero) danno all’Italia il maggior numero di medaglie, anche olimpiche, per il judo. E dalla sua opera di volontariato, fatta in condizioni terribili, ma sulla base di valori fortissimi, traggono beneficio e lezioni di vita e comportamento sociale migliaia di ragazzini e adulti (incluso ex detenuti). Crede che Gianni meriti le sue parole? Conosce Antonio Piccolo? L’enorme centro sportivo, Arci-Scampia, con campi di calcio, decine di allenatori volontari, circa 500 banbini e ragazzi che frequentano, con i loro genitori, nonni, amici, è diventato un esempio ovunque. E non sa come ci si sente piccoli (noi davvero, Antonio lo è di nome e di corporatura, ma di cuore, coraggio e cervello è un gigante) quando si è lì, a bearsi di quel che si vede, che si percepisce. Crede che Antonio meriti le sue parole? Conosce don Aniello Manganello? Un uomo con una infinita fiducia nel potere dell’esempio, nella capacità dei suoi simili di darsi coraggio se non ne hanno, di recuperarsi se sbandati, di tornare a credere in se stessi se sfiduciati. Sì, lo so, don Aniello è un prete e la sua forza gli viene, immagini, da Dio. Ma senza voler offendere nessuno (sono ateo, ma rispettoso): conosco altri preti che agiscono in nome dello stesso Dio. Non sono tutti uguali. Crede che don Aniello (poi costretto, per la sua incolumità, a trasferirsi) meriti le sue parole? Conosce Ciro Corona? L’unico laureato della onorata stirpe camorristica dei Corona e la sua famiglia è l’unica che non abbia seguito la… tradizione parentale. Ha fatto il maestro di strada, ha recuperato, portandoli a scuola, i figli dei boss che non ci andavano pensandola inutile; ha istituito lo Sportello anticamorra, per presentare, a suo nome, le denunce che altri non si sentono di fare personalmente; ha trasformato l’ex “inferno di Scampia” (uno spaventoso mercato all’aperto di droga, in cui si moriva di overdose e distruzione fisica) nel paradiso della Officina delle Culture, in cui i bambini studiano musica, i ragazzi imparano artigianato d’arte, le loro madri fanno pilates, nell’attesa, perché anche a Scampia le donne devono ricordarsi di essere belle; vanno centinaia di studenti universitari anche dalla Calabria, a condividere e imparare a casa di Ciro, scendono volontari da tutta Italia. Certo, qualcuno gli manda avvisi e proiettili. Ma lui è felice quando con gli altri va a coltivare i campi sottratti alla camorra e messi a frutto.Crede che Ciro meriti le sue parole? Non continuo l’elenco. Vada a Scampia: queste e tante altre meravigliose persone la accoglieranno come fanno sempre, con tutti. Non le chiederanno di scusarsi e capirà perché, conoscendoli. Lo faccia davvero e mi ringrazierà. Li inviti a Porto Recanati e la ringrazieranno i suoi concittadini. E problemi di difficile soluzione le si presentaranno in altro modo. Se ci sono riusciti loro, a Scampia…