1966, UN MARXISTA A NEW YORK: LA PRIMA VOLTA DI PASOLINI NELLA GRANDE MELA

1966, UN MARXISTA A NEW YORK: LA PRIMA VOLTA DI PASOLINI NELLA GRANDE MELA

Fuorché in Africa, forse.Ma l’Africa è come una droga che prendi per non ammazzarti, una evasione. New York non è una evasione: è un impegno, una guerra.Ti mette addosso la voglia di fare, affrontare, cambiare: ti piace come le cose che piacciono, ecco, a vent’anni». Quanto mi dispiace partire, mi sento derubato.Mi sento come un bambino di fronte ad una torta tutta da mangiare, una torta di tanti strati, e il bambino non sa quale strato gli piacerà di più, sa solo che vuole, che deve mangiarli tutti.Uno ad uno. E nello stesso momento in cui sta per addentare la torta, gliela portano via…». «Vorrei avere diciott’anni per vivere tutta una vita quaggiù». Arrivano colmi di ostilità, preconcetti, magari disprezzo, e subito cadon colpiti dalla Rivelazione, dalla Grazia. Tutto gli va bene, gli piace: ripartono innamorati, con le lacrime agli occhi…”.