“CAPRI REVOLUTION”. LUCIA, UNA DOLCE RIVOLUZIONARIA

“CAPRI REVOLUTION”. LUCIA, UNA DOLCE RIVOLUZIONARIA

“La rivoluzione che racconto è una rivoluzione dolce. La mia protagonista, Lucia, sconvolge la sua vita. Semianalfabeta, schiava di un mondo patriarcale, arcaico, viene a contatto con dei giovani stranieri colti, biondi, belli. Che parlano di libertà, di pacifismo, di nudismo. E la sua vita cambia per sempre. Si distacca dalla madre e dai fratelli, ma non li detesta, non li odia. Si può essere profondamente rivoluzionari senza essere violenti”. La racconta così, Mario Martone, la sovversione dolce del suo “Capri Revolution”, il film che ha presentato ieri in concorso alla Mostra del cinema. Film che conclude una ideale trilogia, che iniziata con “Noi credevamo” e proseguita col “Giovane favoloso”, la biografia di Giacomo Leopardi che finiva proprio sotto il Vesuvio. Qui siamo a Capri, ai primi del Novecento. Il mondo sta per esplodere. Ma qui vediamo solo la collisione fra due mondi lontanissimi: quello di una pastorella la cui vita sembra attaccata a quelle rocce, a un Medioevo che pare infinito. E quella di una comunità di nudisti, giovani e bellissimi. Che ballano, suonano una musica inventata, discutono di filosofia. “E’ una comunità che ricorda quella del Monte Verità ad Ascona, vicino a Locarno, fondata dal pittore Karl Wilhelm Diefenbach”, dice Martone. Diefenbach che, negli ultimi anni della sua vita, trovò rifugio e seguaci proprio nell’isola di Capri. L’isola che accoglie, nella Certosa di San Giacomo, i suoi dipinti più sconvolgenti, un’Art Nouveau cupa, tenebrosa, inquietante. “L’idea del film mi è nata proprio vedendo i quadri alla Certosa di San Giacomo”, dice il regista, vincitore di tre David di Donatello e tre Nastri d’argento. “Mi sono appassionato all’arte di Diefenbach, ma più ancora alla sua ricerca filosofica e politica. Anche se il nostro protagonista è più giovane: non volevo che la sua influenza su Lucia fosse quella del carisma, dell’autorità. Preferivo che si trattasse di una fascinazione nata dall’entusiasmo. E attorno a lui, ho immaginato qualcosa di simile alle comuni degli anni ’60, gli hippies, i pacifisti”. “L’isola di Capri è, per me, una metafora del mondo. Un mondo dove l’unica soluzione possibile è confrontarsi. È inutile, ieri come oggi, pensare di tirare su dei muri, illudersi che il confronto si possa eludere. Oggi spesso odio e paura fanno da collante nella società. Lucia invece non sa nulla ma scopre tutto, non ha paura del confronto, non è ideologica, ma proprio per questo riesce a crescere, a maturare. Mi sembra un esempio perfetto di quello che dovrebbe accadere anche ai nostri giorni”. L’attrice che la impersona è Marianna Fontana, ventun anni, grinta ruvida e insieme dolcissima. Era la rivelazione, insieme alla sorella gemella Angela, di “Inseparabili” di Edoardo De Angelis, film/fenomeno proprio qui a Venezia due anni fa. Adesso, divenuta “separabile”, affronta un personaggio ancora più difficile. “Come mi sono preparata? Stando con le capre. Ho munto più di cento capre. Poi ho letto libri sulla storia di Capri, ma alla fine ho scelto di affidarmi all’istinto. Ho aperto me stessa al personaggio, non soltanto con il corpo – nelle scene di nudo, che sono molte – ma anche con l’anima”. Prosegue Marianna: “Mi sono ritrovata molto in questa ragazza che non sa leggere né scrivere, ma riesce a cambiare se stessa. È stato bellissimo dare forma al suo aprirsi al mondo”. E se Martone parla dei primi del Novecento, è chiaro che vuole raccontarci anche le utopie libertarie degli anni ’60. In filigrana, ci sono anche le sue prime esperienze di teatro: “E’ vero, le nostre prime esperienze di teatro a Napoli, con la compagnia Falso Movimento, richiamavano con il loro collettivismo quelle della comunità che racconto nel film. E mi fa piacere ritrovare, come produttore, Nicola Giuliano, con il quale avevo iniziato, quasi trent’anni fa, il mio percorso nel cinema”. Infine, Martone rivela i film che ha fatto vedere ad attori e troupe, prima di girare: un rituale che rispetta sempre, da un film all’altro. “Stavolta ho fatto vedere loro ‘Il miracolo’ di Rossellini, ‘Zabriskie Point’ di Antonioni e ‘Il disprezzo’ di Jean Luc Godard; che ovviamente, è il film da battere, quando si tratta di Capri”, dice. Il film, scritto dallo stesso Martone insieme alla compagna Ippolita Di Majo, uscirà nelle sale il 13 dicembre, distribuito da 01.