16 OTTOBRE 1943. IL NAZIFASCISMO, UNA TRAGEDIA IMMANE
Il 16 ottobre del 1943, 75 anni fa, alle 5,30 del mattino 300 soldati tedeschi iniziano la caccia agli ebrei per Roma. Vengono deportate 1024 persone: uomini, anziani, donne, bambini, e anche qualche neonato. Tornarono in 16… sedici. Una sola donna, nessuno dei 200 bambini. Solo tre considerazioni di fronte all’enormità dei crimini nazi-fascisti. Tre considerazioni sulla memoria, sulla vigilanza e sul rispetto: – memoria: dire mai più, significa avere una attenzione costante, contro discriminazioni e ingiustizie. Da condannare sempre e comunque, senza guardare il colore politico di chi le compie; – vigilanza: questi drammi indicibili nascono quando alla democrazia rappresentativa si sostituiscono le scorciatorie autoritarie ed efficientiste. Ieri nella forma abnorme della sospensione delle elezioni, oggi in forme più soft: nelle vocazioni maggioriautoritarie, nei premi di maggioranza perché uno vinca tutto, negli stravolgimenti autoritari a risicata maggioranza della Costituzione antifascista, negli attacchi alla separazione dei poteri se sotto accusa dalla magistratura finisce l’amico, nei poteri economici che considerano la democrazia e il parlamento un fastidio inutile ed inefficiente; – rispetto: ai tanti incontinenti verbali che ogni giorno blaterano di “fascismo” e “razzismo” contro i loro avversari di turno, ieri alleati, questa data ricorda cosa erano davvero il fascismo e il nazismo. E quanto rispetto per la memoria di questa tragedia indicibile bisogna avere ogni giorno, evitando di tirarla in causa nelle beghe quotidiane della piccola politica. Evitando di banalizzare l’antifascismo.
