1938: L’UMANITA’ NEGATA AL QUIRINALE

È stata voluta dal Presidente della Repubblica Mattarella questa bellissima mostra,1938: l’umanità negata, che ha inaugurato il 23 ottobre al Quirinale, dove resterà fino al 27 gennaio, Giornata della Memoria. Un percorso interattivo che racconta come si sia arrivati alle leggi razziali, nel 1938 esattamente 80 anni fa, e da lì allo sterminio nei campi di concentramento. La storia, narrata dalla voce fuori campo di Francesco Pannofino, che si avvale di filmati, alcuni dei quali inediti, provenienti dall’Istituto Luce e altri archivi, percorre la storia italiana dal 1915, quando l’Italia entrò in guerra, al secondo dopoguerra quando finalmente furono scritte e approvate la Costituzione Italiana, nel ’47, e la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, nel 1948. 1938: l’umanità negataimmagina la vita di due ragazzi italiani, del tutto simili tra loro, a partire dal 1915 quando entrambi furono arruolati nella Grande Guerra. I due sono persone di fantasia, ma potrebbero essere stati due dei tanti giovani con lo stesso destino, gli stessi desideri e le stesse emozioni. I nomi sono di fantasia: Francesco e Bruno. Apparentemente identici, e così si sentono, hanno un’unica differenza: uno è cattolico e l’altro ebreo. Nessuno ci fa caso, sono tutti e due italiani e combattono vicini per il loro paese. Finita la guerra, tornano a casa e si sposano, uno in chiesa e l’altro in sinagoga. Poi hanno figli che frequentano le scuole e così via. Tutto normale fino al 1938 quando, a metà settembre, Mussolini da Trieste urla a una folla enorme radunata sotto un balcone il suo odio contro gli ebrei. Di lì a poco comincia la tragedia per una parte di popolazione che perde la propria identità, il lavoro, le amicizie, un posto nella società fino a perdere tutto, compresa la vita quando, circa 4000 ebrei italiani, dei quali più di mille da Roma, saranno deportati a Auschwitz, nel 1943, senza nessuna colpa se non quella di essere ebrei. Pochissimi di loro ritorneranno a casa. Questa mostra è un vero pugno nello stomaco, è fatta benissimo e racconta senza retorica e senza finta commozione un dramma basato su paure costruite ad arte da un dittatore spietato che riuscì ad avere un seguito enorme. Nella mia vita ho visto diversi film e documentari sul tema, ho letto libri e saggi, ho anche intervistato persone che avevano subito l’inimmaginabile eppure quando esci dal percorso della mostra non riesci a parlare, ti sale un groppo in gola che non ti fa respirare. È una mostra che dovrebbe essere vista dagli studenti di qualsiasi età e i professori dovrebbero quasi essere obbligati a portarci gli alunni perché, quello che si vede e che si può imparare in un’ora di questo percorso vale più di mille lezioni di storia. Tra l’altro il biglietto è gratuito, quindi nessuna scusa.