ABOLIRE L’ORDINE DEI GIORNALISTI E’ COSA INACCETTABILE

ABOLIRE L’ORDINE DEI GIORNALISTI E’ COSA INACCETTABILE

Sono diventata giornalista professionista il 18 febbraio del 1991.All’epoca la trafila prevedeva l’assunzione presso una redazione come praticante per18 mesi e poi se c’era il nulla osta del direttore, un esame di abilitazione alla professione. Esame prima scritto e se superato, orale.Altrimenti toccava rifare sia lo scritto che l’orale.Ora la procedura è leggermente cambiata ma la sostanza è che per essere un “professionista” devi dimostrare di essere in grado di scrivere un pezzo, conoscere la costituzione, sapere cos’è un decreto legge, come si forma una prova in dibattimento, eccetera, eccetera, eccetera.Una volta diventato “professionista”, previo pagamento di una quota annuale, ci si iscrive all’ordine dei giornalisti.Ordine che almeno sulla carta funziona più o meno come gli altri ordini professionali (ingegneri, medici, architetti, avvocati etc.etc) : e dunque per esempio si occupa di deontologia, sanziona talvolta comportamenti scorretti, vigila sul lavoro ed il rispetto delle norme dei propri iscritti.Funziona sempre? No.Segue logiche che non hanno molto a che vedere con la correttezza della professione? A volte si.Serve davvero? Non ne sono sicurissima.Ma di una cosa sono sicura: la minaccia di un governo che per difendere il portavoce del Presidente del Consiglio fa sapere di voler abolire l’ordine dei giornalisti mi sembra inaccettabile.E molto, molto pericolosa.