ABORTIRE E’ PRIMA DI TUTTO UNA SCELTA O UNA NECESSITA’
Non credo – no, proprio non credo – che l’aborto sia il “rivolgersi ad un sicario” o, solo e soltanto, un truce assassinio premeditato. Abortire – lo dico da uomo, quindi già per necessità di cose parte non pienamente in causa – è prima di tutto una scelta o una necessità.Entrambe sofferte e dolorose per una donna, immagino. Moralmente e fisicamente. In ogni caso. In ogni singolo caso. Abortire è una scelta. O una necessità, appunto.Che si manifesta quando non si è pronte, quando non si ha la possibilità economica e sociale di viver decentemente, figurarsi di crescere ed educare un figlio.Quando si viene violentate e si rimane incinte, quando quando quando. Ce ne sarebbero migliaia, di quando. Non sono gli altri a dover decidere del corpo delle donne, mai. Perché quel corpo, quella scelta, viene prima di tutto.Prima di una certa politica che ha ricominciato con la “caccia alle streghe”, parlando e proponendo in maniera indegna temi come il matrimonio indissolubile o la costrizione a figliare per la Patria, come per esempio fatto dal senatore Pillon.Prima certo anche della Chiesa, con le sue litanie alla fine sempre uguali. Perché il divieto – morale e soprattutto “legale” – ad abortire è una delle chiavi per ridurre le donne alla completa impotenza. Come oggetti schiavi e succubi di una società patriarcale e maschilista di cui ancora non ci siamo liberati. Abortire è – e deve essere – una scelta che appartiene a nessuno, se non a chi la compie. Abbiamo una delle Leggi più belle e avanzate del mondo, su questo tema. La 194. Che rispetta le donne e il diritto alla nascita. Dovremmo applicare quella, tanto per iniziare.Ma veramente.E dovremmo iniziare, magari, ad implementare la prevenzione. Attraverso l’educazione sessuale e sentimentale, attraverso l’accessibilità ai contraccettivi, attraverso la consapevolezza del proprio corpo. Attraverso delle misure, appunto, che rendano la donna libera.Di scegliere.
