CASO CUCCHI. GIOVANARDI E SALVINI CHIEDANO SCUSA

CASO CUCCHI. GIOVANARDI  E SALVINI CHIEDANO SCUSA

1. La capacità di chiedere scusa, una delle più difficili e preziose del mondo, è evidentemente ignota a Salvini, Giovanardi e a tutti gli altri che in questi anni hanno sparato merda su Cucchi e la sua famiglia. Si reincarneranno in cozze, ma di quelle che stanno sotto le discariche. 2. Quella di Francesco Tedesco, il carabiniere che ha finalmente detto la verità, è invece una straordinaria storia di redenzione. La redenzione è principio che c’è in tutte le spiritualità del mondo, dal cristianesimo all’Islam, dal mito platonico della caverna al buddismo. Insomma l’essere umano è impasto di male e di bene, di bugie e verità, e il nostro compito in vita è liberarci dalle prime per accedere alle seconde. In teoria ci si può arrivare tutti, perfino Salvini e Giovanardi, per quanto la veda durissima. 3. Confindustria dice che le imprese non assumeranno giovani al posto dei pensionati che se ne vanno «perché sono privi di addestramento». Già, invece i pensionandi sapevano fare i tornitori e i tracciatori meccanici già in culla. Ditelo chiaro, non volete far formazione perché costa, e la chiudiamo lì, basta che poi non la menate col declino del Paese. 4. Quasi tutti i giornali cascano nella trappola mediatica di Salvini-Morisi e regalano spazio alla questione “negozi etnici”, qualsiasi cosa siano. Anche alcuni talk show a ruota. Quando Salvini getta la palla da un’altra parte c’è sempre qualche frescone che la insegue. By the way, già in serata il governo ha fatto sapere che la questione dipende dai sindaci, non da Salvini, quindi fine discussione. Insomma è il governo stesso ad ammettere che Salvini quando ha problemi la butta in caciara. 5. Finanziaria, è tempo di “pontieri”: quelli della maggioranza che invece di sparare un nemico al giorno tentano di trovare una quadra. Giorgetti e Buffagni ieri hanno fatto un piccolo show di abbracci in favore di fotografi. Nel M5s c’è Carelli e, dice La Stampa, lo stesso Conte. Da Bruxelles anche Moscovici e Katainen «raffreddano i toni», dice il Messaggero. Intanto il mio bancario in piazza Vittorio dice che gli chiedono cassette di sicurezza dove mettere euro in contanti, non si sa mai. 6. Ma passiamo alle cose divertenti. Dice Repubblica che Minniti potrebbe presentarsi alle primarie del Pd «purché non sia il candidato di Renzi». La parabola dell’ex premier finisce così, con la gente che per vincere qualcosa deve dire di non averci mai avuto a che fare. Renzi? Non lo conosco. Ah, dite che ci sono delle nostre foto insieme? Ma sapete quanta gente incontro, mica posso ricordameli tutti… 7. Comunque l’idea dei renziani è che solo Minniti può battere Salvini, dice Repubblica. Per battere la destra economica hanno praticato il liberismo, per battere la destra antimigranti evocano Minniti. I renziani sono decisamente cultori dell’omeopatia, curare il simile col simile. 8. Dice Trump che continuerà a dare le armi ai sauditi anche se è un governo di assassini, perché se non gliele dà lui gliele danno i russi e i cinesi. È esattamente la stessa argomentazione che ho sentito da uno spacciatore di eroina in piazza Vetra, una quarantina di anni fa: tanto se non gliela vendo io la roba gliela vende qualcun altro. Si chiama “negazione del principio di responsabilità” e un essere umano normale di solito la supera in età preadolescenziale. 9. A proposito di responsabilità (e di mancate scuse): circondato dai suoi pipistrelli, è tornato anche Schäuble, l’ex ministro tedesco che ha teorizzato e applicato scientificamente l’austerità in Europa. Intervistato da Repubblica, nega qualsiasi sua responsabilità nell’ondata di populismo successiva al suo operato. Manca giusto “Obbedivo solo agli ordini”, ma è abbastanza implicito. 10. E vediamo il consueto contributo dei giornali fasciotrash alla crescita civile del Paese: «L’aborto è un delitto»; «L’aborto ammazza più delle guerre»; «La consigliera dei Macron gestiva locali per lesbiche»; «La pistola al peperoncino non inquina»; «Il lato B, Giulia Provvedi scatenata»; «Panicucci, la scollatura più profonda di sempre»; «La Canalis: Ho avuto una tempesta ormonale. Sono tornata alle forme di 27 anni fa».