CASO CUCCHI, ORA VOGLIAMO I NOMI DI TUTTI I RESPONSABILI

CASO CUCCHI, ORA VOGLIAMO I NOMI DI TUTTI I RESPONSABILI

Fu preso a pugni e poi, quando era ormai a terra, fu colpito con calci alla faccia e alla testa. È sconvolgente la confessione del carabiniere che a dieci anni di distanza dai fatti ammette che furono i suoi commilitoni a massacrare e provocare la morte del povero Stefano Cucchi. Sconvolgente perché conferma quello che tutti – tranne forse certi magistrati – avevano già capito. Sconvolgente perché arriva dopo dieci anni di falsità, menzogne e depistaggi. Dieci anni di calvario per i famigliari della vittima, che hanno affrontato il loro inferno in terra con coraggio straordinario. Ci vuole vera forza interiore per resistere alla pressione di un blocco monolitico di potere, costituito, sì, da Carabinieri, ma anche da qualcuno tra medici e forse magistrati, che hanno evitato di aprire certe porte, di guardare in certi cassetti. “Tutti hanno sempre mentito” ha commentato la sorella, Ilaria Cucchi, eroina e virago di questa vicenda, apparentemente fragile nel corpo ma d’acciaio nell’anima e indomabile nella sua ricerca della verità. Ecco, adesso esca fuori tutta la verità e chi deve pagare, paghi. Sappiamo che l’Arma è rispettata per ciò che rappresenta e ha sempre rappresentato in questo Paese. Ma proprio in nome del rispetto che riscuote, l’Arma ha ora l’obbligo di fare luce sugli atti di alcune sue pecore nere, e di fornire alle indagini – che continuano – tutto il supporto necessario, senza reticenze, anche a costo di smentire se stessa. Il carabiniere Francesco Tedesco, l’autore della confessione, ha dichiarato che redasse una nota di servizio su quanto accaduto quella notte in cui, davanti ai suoi occhi, Cucchi fu bestialmente pestato. Quella nota di servizio non sortì alcuna azione da parte delle gerarchie dell’Arma, ed ora è scomparsa. Introvabile anche per la Procura che indaga. Chi l’ha fatta scomparire? Il responsabile o, più probabilmente, i responsabili, vengano individuati: sono stati complici di un delitto. E i magistrati non si fermino sulla soglia: ci sono evidenti connivenze di personale medico e forse anche di persone appartenenti all’apparato della giustizia. Si faccia chiarezza totale. Totale. Senza guardare in faccia a nessuno. Perché, altrimenti, sarà discredito per tutte le istituzioni