CONDANNA IN RITARDO SUL CASO KHASHOGGI. GRAN BRETAGNA, FRANCIA E GERMANIA CHIEDONO CHIARIMENTI

CONDANNA IN RITARDO SUL CASO KHASHOGGI. GRAN BRETAGNA, FRANCIA E GERMANIA CHIEDONO CHIARIMENTI

Condanna in ritardo (Corriere cartaceo)Con ritardo qualcosa si muove sul caso Khashoggi. Gran Bretagna, Francia e Germania chiedono chiarimenti sulla scomparsa del commentatore saudita. Donald Trump fa la voce grossa promettendo punizioni, ma lega tutto ad un “se”, ossia se saranno accertate responsabilità da parte di Riad. Poi i boicottaggi di grandi gruppi nei confronti del grande evento internazionale promosso dal regno. E’ l’inizio dell’indignazione, per ora di facciata.La condanna doveva scattare molto prima, specie dopo i massacri di civili nella guerra nello Yemen, vittime della campagna sostenuta dal principe Mohammed e denunciata da Jamal Khashoggi. E non solo lui: altre voci nel regno hanno protestato, usando probabilmente quest’avventura per denunciare gli eccessi dell’erede al trono.MBS, come spesso viene soprannominato sui media, è forse caduto nell’errore di chi è abituato a prendere decisioni senza che nessuno si opponga. Uomini forti e regimi annientano i nemici in modo “arrogante”, non si preoccupano delle conseguenze perché pensano che tutto sia lecito. Anche l’illegalità. E usano la leva degli affari per evitare che amici e comunità internazionale adottino contromisure. La tattica ha funzionato spesso in questi anni e non solo in Medio Oriente. Ma arriva sempre il momento che il Leader compie un passo avventato oppure che il dossier sfugga di mano. Non tutto è sempre pulito e semplice, specie nel mondo delle ombre.I giorni a seguire diranno se il “vento” sollevato dalla scomparsa del dissidente scuoterà appena la tunica candida di Mohammed o invece scompaginerà i rapporti. Riad è convinta di avere potere contrattuale adeguato. Lo ha ribadito lo stesso Mohammed quando Trump ha sostenuto che senza l’aiuto Usa l’Arabia non durerebbe neppure due settimane.