CROLLA IL PALAZZO…DIPINGIAMO GLI INFISSI

CROLLA IL PALAZZO…DIPINGIAMO GLI INFISSI

Italia. Il nostro paese, la nostra casa, anzi, il nostro multicondominio. Come in tutte le realtà di questo genere ci sono amministratori minori e poi un amministratore generale, ed ancora condomini furbetti e gente onesta, così come c’è chi rispetta le regole e chi invece si ritaglia i propri piccoli privilegi. Ma, perché c’è sempre un ma, questo immenso edificio scricchiola. Ci sono crepe, le fondamenta stanno cedendo, bisogna mettere mano a tutte le infrastrutture, ammodernare gli impianti, rinforzare dove ci sono cedimenti. Insomma, bisogna effettuare una profonda ristrutturazione, senza poter demolire. E nessuna persona sana di mente direbbe che per un palazzo a rischi crollo bisogna dipingere gli infissi. Si, qualcuno potrebbe dire che il palazzo non lo ha costruito lui, che la colpa è di chi ha lucrato prima, che un intervento efficace costa tempo e soldi. E allora che facciamo? Siccome non si possono sistemare le parti importanti, iniziamo dai danni meno importanti? Dipingiamo gli infissi tanto per dimostrare che è stato fatto qualcosa? Come a dire che una nazione carente di tutto, con problemi di mafia, giustizia, immondizia, geomorfologicamente instabile, con gli appalti bloccati, le tangenti sommerse come sommerso è il lavoro per molti cittadini, la sanità nel dirupo con tempi di attesa biblici, e tante altre esigenze nazionali, abbia la assoluta quanto improcrastinabile necessità di controllare i dipendenti pubblici riguardo le assenze. Cioè, se un ingegnere mi dicesse che salvare un palazzo richiede notevoli sforzi economici ma che intanto possiamo passare una mano di vernice sulle ringhiere, io penserei che sto parlando con un ubriacone appena uscito dall’osteria. È vero ed assodato che molti dipendenti pubblici fruiscano di tempo non a loro disposizione ingannando così la buona fede e blah blah blah, ma siamo seri, non esistono altri provvedimenti da portare avanti? Ogni volta che un qualsiasi governo si è trovato in difficoltà, è stata giocata la carta “furbetti del cartellino”, che è in qualche modo “esci di prigione per un giro” del monopoli. L’impasse legislativa crea malumori nella popolazione? Le tasse salgono gli introiti calano le assunzioni diminuiscono gli immigrati sbarcano? Staniamo “i furbetti del cartellino”. I ponti non si ricostruiscono le nomine pubbliche per i raccomandati fioccano i terremotati nelle case attendono? Usiamo la mossa “caccia al dipendente”.  Un po’ come si usa fare in quelle città dove non ci sono parcheggi, le strade sono un  colabrodo, quando piove si naviga, la mondezza non si raccoglie, ma si distrae l’opinione pubblica parlando di città aperta alla biciclettata popolare o amenità simili. Volete dare questa mano di vernice alle ringhiere ed agli infissi? Fatelo, ma non spacciate il provvedimento come un traguardo finalmente raggiunto. Perché, volendo fare i conti della serva, anche quella vernice costa, e quei soldi potrebbero essere utilizzati per altri interventi. Ad esempio invece di mettere i tornelli anti scavalco con impronta digitale e lettura dell’iride nei ministeri, provate a comprare apparecchiature per gli ospedali, oppure ad assumere personale dove ormai si fanno i turni di straordinario a recupero per soddisfare l’utenza. Ed in più, cari politici, forse è il caso di ricordarvi che il controllo dei dipendenti spetta alla dirigenza, lautamente pagata, e che forse fare l’assegnazione  dei carichi di lavoro invece di inveire contro qualche dipendente disonesto porterebbe risultati migliori. Il palazzo sta cadendo a pezzi ma noi diamo una passata di bianco agli infissi, ottima mossa, almeno potremo ammirare superficie levigate emergere dalle macerie.