DUECENTO GIORNI FACENDO DANNI PER L’ECONOMIA SONO TROPPI

DUECENTO GIORNI FACENDO DANNI PER L’ECONOMIA SONO TROPPI

Il calo del Pil viene dal calo della domanda interna privata, cioè dal calo degli investimenti e dal calo dei consumi, sia di quelli durevoli che di quelli non durevoli, mentre la componente estera (esportazioni) è tornata a crescere (+1 per cento circa rispetto al trimestre precedente, dopo due trimestri molto negativi). (…)Non è proprio tutta l’Europa che rallenta, ma solo l’Italia e la Germania, mentre ad esempio Francia e Spagna – come il resto del mondo – continuano a marciare, il che non descrive un quadro di un’Europa o di un mondo che sta entrando in recessione. Chi rischia di entrare in recessione è l’Italia. (…)L’export italiano del terzo trimestre è andato bene. Mentre ad andare male sono consumi e investimenti, ad alimentare i quali sono le aspettative. E le aspettative delle imprese e dei manager che fanno gli acquisti sono negative da mesi e il loro segno meno si è appuntito nel mese di ottobre. (…)Viene il sospetto che ci sia qualcosa che è stato fatto in questi mesi che non è stato ben accolto da famiglie e imprese quando prendono le loro decisioni. Un segno che la proposta di legge di bilancio non è stata un macigno solo sullo stomaco dell’Europa e dei mercati ma anche su quello del popolo italiano che si vuole tutelare a parole ma non nei fatti.