ERDOGAN: IL SUO DISCORSO IN PARLAMENTO SUL CASO KHASHOGGI

Il presidente Erdogan, con il suo discorso in Parlamento sul Caso Khashoggi, preme sull’avversario ma lascia ancora spazio a soluzioni. Alcune annotazioni. 1) Ribadisce che l’operazione è stata preparata con largo anticipo, con il coinvolgimento di un team ampio, aerei e persino un sosia. 2) Accusa i sauditi di aver ostacolato fin dall’inizio le indagini: i funzionari hanno rimosso i drive da telecamere di sicurezza il giorno precedente all’arrivo del giornalista. 3) Non ha rivelato se esiste il famoso audio che documenta le torture, ma ha affermato che si è trattato di un omicidio «feroce». 4) Si è rivolto direttamente al re Salman, con il quale è stato in contatto, ed ha sottolineato di avere fede nel suo impegno a far chiarezza. Interessante che non abbia mai nominato esplicitamente il principe Mohammed, chiamato in causa dalle rivelazioni di questi giorni. Lasciandolo fuori – per ora – dalla «cornice» concede agli accusati il modo di manovrare e alza il prezzo con il regno. Infatti ha aggiunto che non è soddisfatto con la tesi di Riad che scarica tutto su pochi agenti. La punizione deve riguardare dal «livello più alto al più basso». 5) A parte dettagli minori il leader non ha rivelato aspetti investigativi inediti: è evidente il tentativo di conservare carte da giocare contro Riad se non vi sarà collaborazione, un ulteriore segnale di trattative in corso. Magari l’arrivo, a sorpresa, ad Ankara della direttrice Cia, Gina Haspel, fa parte del grande gioco diplomatico. 6) È significativa la richiesta di un’indagine internazionale e la domanda di estradizione per i 18 accusati: per Erdogan andrebbero giudicati in Turchia. Ma anche questa può essere solo una mossa tattica.Da (Corriere.it)