I DISPERATI ANGELI DI PERUGIA A “L’ALTRA GALLERIA”
DI VANNI CAPOCCIAQuando smontarono il vecchio allestimento della Galleria Nazionale dell’Umbria per darle l’attuale moderna sistemazione che, almeno nel piano superiore, rende le opere meglio apprezzabili mi dispiacque non trovarvi più quattro tavole, in parte resecate, con una coppia di angeli ciascuna con in mano i simboli della Passione di Cristo. Facevano tenerezza quei ragazzini biondi, eleganti, colorati, in piedi su nuvolette presi da un pianto irrefrenabile per la morte di Gesù. Opera di un artista molto vicino a Benedetto Bonfigli sono gli sguinci, e quanto rimasto, di una nicchia che si trovava a Perugia a san Francesco al Prato e aveva al centro un corpo di Cristo dipinto o un crocefisso ligneo come ritiene Elvio Lunghi. Osservandoli si può intuire, anche dal verso degli sguardi di alcuni, chi stava a destra o a sinistra, e che le parti con i due grandi cartigli uno in gotico e l’altro in volgare perugino erano in basso per facilitarne la lettura. Andate al Palazzo dei Priori di Perugia per la mostra “L’altra Galleria. Opere dai depositi della Galleria”. Fermatevi davanti al pianto di quei biondi angeli e leggete il cartiglio in perugino, commuove ancora quell’invito a penare come loro, a provare compassione per il corpo di Cristo, a non trattenere lacrime e sospiri pensando che “p(er) voi volse morire”. Chissà, quando nel ‘400 gli leggevano quei cartigli, quale e quanta inquietudine deve aver suscitato nell’animo dei perugini analfabeti di allora quella nicchia con il corpo di Cristo martirizzato al centro e quei giovani angeli con gli occhi pieni di lacrime e le tenaglie, chiodi, martello e gli altri strumenti della Passione in mano.
