LA MANINA DEL CONDONO FISCALE: EXCUSATIO NON PETITA, ACCUSATIO MANIFESTA

LA MANINA DEL CONDONO FISCALE: EXCUSATIO NON PETITA, ACCUSATIO MANIFESTA

E dunque Gigino Di Maio accusa che al Quirinale, sul condono fiscale, sia arrivato un testo manipolato . In tv, a Porta a Porta,  infatti dichiara :  “Domani presento un esposto alla procura della Repubblica. All’articolo 9 del decreto fiscale  c’è una parte che non avevamo concordato nel Consiglio dei ministri. Una sorta di scudo fiscale per i capitali all’estero e una non punibilità per chi evade. In Parlamento questo testo non lo votiamo, questa parte deve essere tolta. Non ho mai detto che si volevano aiutare i capitali mafiosi”. A stretto giro, l’ufficio stampa del Colle precisa: “Il testo del decreto in materia fiscale non è ancora pervenuto”. La controreplica di Di Maio: “Allora basterà lo stralcio”. Lega chiamata  implicitamente in causa. E risposta piccata dei vertici del carroccio: “Noi siamo seri, niente sappiamo, niente diciamo,  di decreti truccati”. EXCUSATIO NON PETITA, ACCUSATIO MANIFESTA, verrebbe da pensare, senza lasciarsi nemmeno trascinare dal dubbio. Perchè, infatti,  rispondere in quel modo quando fino ad un istante prima Di Maio stesso  aveva difeso la fedeltà degli alleati di governo della Lega? Mistero. Sembra una puntata di Temptation Island, quel programma, popolare e un po’ trash,  di cuori nella bufera in onda sulle reti Mediaset. E invece  è solo un caos di governo. L’ennesimo. Cresce così , provocatoriamente,  il numero di quanti continuano a sostenere che Salvini avrebbe fatto meglio a varare  il governo con Berlusconi perchè, per dirla con il segretario della Lega,  chi si somiglia, si piglia. E c’è invece  chi si scatena con prese in giro, in alcuni casi esageratamente feroci,  nei confronti di Di Maio e  di Salvini:  i Gianni e Pinotto della politica italiana, come li chiamano sempre più persone.  Governo del cambiamento? Per carità, sembra di essere tornati alla prima repubblica, senza nemmeno gli statisti di una volta. In questo giallo ad insaputa del ministro del lavoro, in questa gelida  manina che nessuno vorrebbe riscaldare  e  che scivola furtiva per cambiare il testo dell’accordo di maggioranza, c’è  quindi tutto il clima di questo esecutivo che ricorda amararamente un’  Italia  allo sbando, con i due leader di partito che non potranno rappresentare giocoforza il futuro del Paese, per manifesta inadeguatezza. Certo, oltre ad allargare le braccia e sorridere amaro  per quello che è capitato, ci sono diverse considerazioni da fare su questo incidente politico  che lo stesso Di Maio ha definito gravissimo. Eccole in ordine di apparizione