LA MANOVRA AL VAGLIO DELL’UE, JUNCKER: “NIENTE SCONTRI MA NIENTE SCONTI”

LA MANOVRA AL VAGLIO DELL’UE, JUNCKER: “NIENTE SCONTRI MA NIENTE SCONTI”

1. Deviazionisti.Per marcare che parlava agli italiani, ieri Juncker a Bruxelles ha chiamato solo i giornalisti italiani, quindi gli ha detto che la nostra finanziaria «è una deviazione inaccettabile» e contagerebbe l’Europa. Poi, per essere sicuro che il messaggio fosse arrivato chiaro, ha telefonato a Conte. E ancora: manderà Moscovici a Roma domani. Intanto la Merkel ha chiesto a Conte un bilaterale riservato prima del Consiglio europeo di oggi. Insomma oggi i giornali sono giustamente pieni di tecnicalità sulla manovra, ma da domani ricomincerà l’ottovolante della trattativa con la Ue, la bocciatura formale dovrebbe arrivare venerdì, allacciamoci le cinture. 2. Non conta un cazzo.Il mantra Ue al momento è «niente scontri ma niente sconti». Bel gioco di parole, ma temo sia come dire acqua asciutta, fuoco freddo o altri ossimori a piacere. Anche perché Salvini ha subito risposto che Juncker «deve andarsi a fare un bel caffè», come si conviene in situazione di hangover postalcolico (allusione ormai un po’ arata, se posso). Per favorire ulteriormente il dialogo, Di Maio ha detto che Giorgetti (uomo di mediazione con Bruxelles e il Quirinale) «non conta più un cazzo». 3. Qualcuno gli parli.Credo che tutti gli italiani sulla manovra sperino in un accordo, chi per salvare la ghirba, chi perché vuole il reddito minimo, chi perché amerebbe andare in pensione prima che nella tomba, chi perché vuole usare il condono, qualcuno perché consapevole che un attacco europeo non farebbe che rafforzare enormemente il consenso al Salvimaio. Tutti per una mediazione tranne Renzi, perché lui è ancora ai pop corn e resta convinto che dopo il caos lo richiamerebbero. Magari con Rosato, Boschi e Lotti, sicuro. 4. Botta d’ottimismo.Ma forse c’è qualcun altro che si augura il casino o almeno lo vaticina molto presto: il Foglio, che parla di «tempesta perfetta» in arrivo, anzi «un tornado in grado di spazzar via l’Italia», mentre «ai comandi abbiamo Schettino». Già che c’è, nello stesso articolo si attacca Maurizio Landini che non c’entra niente ma va sempre bene. 5. Gianni e Pinotto.Sul Foglio c’è anche un’intervista a Calenda, che da sempre predilige questa testata per parlare alle masse popolari e alle periferie abbandonate. Calenda spiega che lui è per la privatizzazione degli autobus a Roma, perché «su temi come questi dobbiamo trovare saldature con mondi diversi» e «sui trasporti bisogna essere liberali». Poi aggiunge che il Pd «non deve presentarsi alle europee con il suo simbolo ma confluire in un fronte più ampio». Per la segreteria, appoggerà «chiunque sostenga questo progetto, anche Gianni e Pinotto». 6. Cinque stelle per uno sceriffo. Il Movimento 5 Stelle ha ritirato tutti i suoi emendamenti per limitare la nuova legge salviniana sulla legittima difesa. In pratica, gli va bene così com’è. Chiunque quindi potrà sparare a chi gli entra in casa, basta dire che si era «in stato di grave turbamento». La Lega canta vittoria: «Siamo stati convincenti». Dalle marce per la pace al Far West, dall’onestà al condono, dal No Tap al Tap: la parabola dei 5 Stelle da quando sono al governo si può riassumere così, senza tanti altri blabla. 7. Mi manda Carminati.L’avvocato Naso – che difende il mafioso Carminati e il clan Spada, che in aula hariempitodi intimidazioni il nostro collega Lirio Abbate – ieri ha attaccato duramente il legale del carabiniere Tedesco, quello che ha confessato l’omicidio Cucchi. La rissa tra avvocati è abbastanza inedita, ma forse la cosa più interessante è la contiguità culturale tra chi difende i mafiosi e gli attacchi «all’infame che ha parlato», cioè al carabiniere che ha detto la verità sui colleghi assassini. A proposito, ieri l’avvocato di Tedesco ha ricevuto anche una telefonata anonima: «Mi ricordi tanto Livatino», gli ha detto la voce. 8. Casamonica screaming.Restando al tema mafia, beh: ci sono due vere eroine nel nostro Paese. Si chiamano Simona e Roxana. La prima è la disabile picchiata in un bar dal clan dei Casamonica; la seconda è la barista che ha denunciato il fatto. Entrambe ieri hanno testimoniato contro i mafiosi in tribunale. Simona impaurita, aveva chiesto di deporre a porte chiuse invece l’hanno fatta parlare davanti ai giornalisti e agli amici della cosca mentre un Casamonica imputato urlava. Roxana più determinata, ma ha anche detto di aver «capito solo ora» con chi ha a che fare. Mi auguro che tutta la città, tutto il Paese si stringano attorno a queste due donne. Mi auguro che Mattarella le inviti al Quirinale. 9. I verdi e il colore del gatto.Esteri, il caso dei Verdi tedeschi. Fino a ieri si erano letti soprattutto ritratti “leggeri” sulla leader Katharina Schulze. Oggi invece il Sole analizza le proposte politiche ed economiche che hanno avuto successo: una Ue fondata sull’uscita dall’austerità e sulla lotta alla disoccupazione, niente auto a combustibili fossili dal 2030, 12 miliardi per istruzione e asili nido, lotta mondiale al cambiamento climatico, accoglienza ma soprattutto integrazione per i migranti. A me il dibattito se tutto questo sia o meno “di sinistra” ha un po’ stuccato, e in merito mi viene da citare la famosa frase di Deng Xiaoping sul gatto bianco o nero e sul relativo topo. 10. Ciao ciao Belen.Importanti notizie anche dal consueto poker di quotidiani fasciotrash, cioè Libero, il Giornale, la Verità e il Tempo: «Merolone voleva sposare Bianca Berlinguer»; «Rischia il macello solo perché raglia»; «Macron porta all’Eliseo un gay»; «Macron scaricatore di immigrati»; «Macron, come dite vomitevole in francese?»; «Melania si spoglia alla Casa Bianca»; «Timperi bacia con impeto Francesca Fialdini»»; «Ilary Blasi umilia Signorini»; «Ciao ciao Belen: Iannone beccato con un’altra».