LA PACCHIA DI SALVINI, LEADER DI DUE PARTITI ANTITETICI: LEGA E LEGANORD
Può un Paese essere governato da un politico che è, ufficialmente e contemporaneamente, leader di un partito indipendentista e di un altropartito nazionalista? La risposta è ovviamente sì: in Italia, con tanta gente così “distratta”, si può eccome. Matteo Salvini è contemporaneamente e ufficialmente Leader di due partiti ben distinti, ognuno dei quali ha il proprio statuto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il proprio nome, i propri organi federali, il proprio simbolo, proprie finalità, propri siti internet, e così via.I due partiti sono: – la “Lega Nord per l’indipendenza della Padania”– la “Lega per Matteo Salvini Premier” Già, non sono la stessa cosa. E, da statuto, non vogliono nemmeno la stessa cosa. Anzi, vogliono esattamente l’opposto. Alla voce “finalità” (art.1) dello Statuto (approvato nell’ottobre 2015) della “Lega Nord per l’indipendenza della Padania”, di cui Salvini è Segretario dal dicembre 2013, e Umberto Bossi il presidente, si legge che il partito “ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana”. Alla voce “finalità” (art.1) dello Statuto (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 dicembre 2017) della “Lega per Salvini Premier”, si legge che il movimento “ha per finalità la trasformazione dello Stato italiano in un moderno Stato federale”. Il Salvini che solo tre anni fa faceva approvare da SEGRETARIO uno Statuto che ha come finalità il riconoscimento della Padania come una Repubblica sovrana a se stante, è lo stesso Salvini che contemporaneamente fondava un partito che prevede l’esatto opposto: l’Italia come Repubblica unita e federale. Sono due partiti che dovrebbero stare violentemente all’opposizione l’uno dell’altro. E che invece, solo in Italia, non solo stanno insieme, ma hanno pure come guida lo stessissimo leader. E un simbolo furbo dal quale fa sparire la parola “nord” per non perdere “gli italiani”, ma lascia la parola Lega e Alberto da Giussano per continuare a tenere e a prendere per il culo i “padani”. Basterebbe portare nel dibattito politico questa alluncinante contraddizione per iniziare a far crollare il castello di carta di Salvini. E’ tutto lì, su carta, negli statuti, nero su bianco. Basterebbe chiedergliene conto per fargli perdere di botto o tutti i voti dei secessionisti o tutti i voti dei sovranisti. Salvini ha il terrore soprattutto del suo popolo padano, che indipendentista lo è e come, che lo inseguirebbe coi forconi se lui solo osasse toccare nome, simboli e statuto.Ha il terrore che qualcuno una mattina si svegli e cominci a chiedergli di chiarire una volta per tutte la sua posizione. Sei nazionalista? Allora: o chiudi la Lega Nord, o ne cambi lo Statuto e il nome, oppure la lasci. Sei indipendentista? E allora non puoi stare in un partito che ha come finalità la nascita di una Repubblica Federale contraria a ogni secessione. Invece non glielo chiede nessuno. Non glielo impone nessuno. E Salvini ogni mattina si sveglia incredulo, felice di poter conservare sia i voti di quelli che lo credono indipendentista sia di quelli che lo credono nazionalista. E’ la sua pacchia. Che nessuno si decide a far finire.
