LE FESTE DI NATALE E LA RIVOLUZIONE DI VILLAGGIO

“Gioite tutti, Gesú è nato, e tanti auguri al consigliere delegato”, con tanto diframetratto dal film, impazza puntualmente suisocialnel corso dellefestività natalizie. Alla stessa maniera, per la fine dell’anno,“so’ soldi cavaliè, so’ soldi !”, ma sopratutto la mirabolante escamotage delMaestro Canello, che sposta le lancette dell‘orologio di un fatiscente spazio adibito a luogo dei festeggiamenti:«Alle dieci e trenta scarse finita la cena, il maestro Canello, che aveva un altro impegno in un altro veglione, barò bassamente annunciando al microfono: Attenzione, mancano tre minuti a mezzanotte, rimettete gli orologi, preparate lo spumante!». Villaggio a Roma alla presentazione di 7 Grammi in 70 Anni (2003) Paolo Villaggio– probabilmente più delPrincipe De Curtis– ha saputo incidere in maniera radicale e senza precedenti, l‘immaginario collettivo, deponendo la volontà – deprecabile costante contemporanea – di asservire il proprio immaginario a quello comune. Contrariamente, imponendone alletruppe, con folle irruenza e grande efficacia comunicativa, uno proprio, personalissimo e assolutamente inedito. Lapoeticadi Villaggio – che ha la responsabilità di aver ricondotto iltragicosenza via d‘uscita a fondamento dellascrittura comica– si basa su una deformazione iperbolica e audace della realtà, dove a spiccare sono sempre certi guizzi di genialità e inventiva che esulano dalla stessa realtà, sconfessandola.San Pietroche appare sulla traversa della porta, è l‘esempio più calzante. Il reale ecceduto durante l’incontro calcistico tra scapoli e ammogliati, nell’inseguirsi digagprevalentemente fisiche in un crescendo caleidoscopico, si svincola dalla propria ragion d‘essere in quell’attimo “celeste”, vanificando qualsiasi possibile obiettivo o classico approdo dinamico da manuale umoristico: un vecchio sdentato, sorridente, mostra, scuotendole, le chiavi del paradiso. Determinante nella riuscita della scena, la scelta del soggetto che interpreta San Pietro, attribuibile allamaestria registicadel grandeLuciano Salce. Pino Caruso, Luciano Salce e Paolo Villaggio sul set del film Il Belpaese (1977) Purtroppo, ildopo Salcerappresenta nellafilmografia fantozzianauna discesa costante e inesorabile, principalmente rispetto alla scelta del cast e dei volti di contorno, determinanti per la resa di quel cosmo.Neri Parenti, o chi per lui, svilisce con efficacia crescente, nell’adottare scelte soluzioni più sommarie, quell’estetica particolare, in grado di conferire unicità e solidità alleatmosfere surreali ma decisamente vere, come in pochi altri film italiani degli ultimi 40’anni. Se con la credibilissimaLiú Bosisio, la tragicità fondamentale affinché l‘universo fantozzianosi manifesti ai suoi massimi storici, individua una più che degnaPina Fantozzi– per senso di sudditanza costante e visibile sofferenza in volto- , con la successivaVukoticsfocia inretoricaquasicaricaturale. Paolo Villaggio dietro le quinte di Teatro 10 (1971) FantozzieIl Secondo Tragico Fantozziad oggi sono tranquillamente annoverabilitra le opere più riuscite della cinematografia comica mondiale. Libri a parte (Villaggio è l‘unico scrittore italiano campione di vendita in Russia), è in questi due episodi che Ugo Fantozzi si dichiaramaschera, entrando di diritto nellacommedia dell‘arte. Mai, come prima dell‘avvento di Villaggio, un minuzioso immaginario autoriale è stato così al centro della scena comica italiana. Se fino al1964, convenzionalmente anno in cui si assiste al fiorire delle più significative avanguardie umoristiche in Italia (ad esempio, il leggendarioGruppo Motore) il comico è sopratutto un corpo in balia distrutture dialettiche,guizzi,lazzi, facezie, dall’irrompere di Villaggio in Quelli della Domenica (show televisivo che vede imporsi anche lo straordinario duo Cochi e Renato), l‘attenzione si focalizza sul mondo inedito che il comico ha da raccontare; è in questo momento cruciale che l‘universo della comicità italiana inizia a porsi problemi linguistici e visionari che prima sembravano appartenere esclusivamente al settore cinematografico, teatrale o artisticotout court. Se precedentemente il corpo e la maschera giravano intorno al mondo, ora è il mondo stesso a girare intorno al corpo e ad essere motore e principio primo della maschera. Paolo Villaggio è il più evidente spartiacque tra un idealeprimaedopo.