LE NAZIONALIZZAZIONI SONO DI SINISTRA, TEMA DIMENTICATO PERSINO DAI SOCIALISTI

LE NAZIONALIZZAZIONI SONO DI SINISTRA, TEMA DIMENTICATO PERSINO DAI SOCIALISTI

Pur essendo stateil cavallo di battagliadei socialisti nei primi ’60, quando furono attuate dalprimo centro-sinistra riformatorepresieduto dal DcAmintore Fanfani,le nazionalizzazionidei servizi pubblici essenziali – scuole, università, sanità, trasporti, energia, casa – sono oggi qualcosa di estraneo al patrimonio culturale, politico e sociale della sinistra italiana, mentre stanno al centro del programma politico del Labour Party diJeremy Corbyne dei socialisti democratici Usa diBernie Sanders. Eppure quelprimo centro-sinistra riformatore– e non semplicemente riformista – è stato riconosciuto da storici, intellettuali, politologi, come il periodo migliore e più proficuo in fatto digrandi riformefinalizzate al cambiamento radicale delle condizioni di vita delle persone, dei ceti meno abbienti e in generale del mondo del lavoro sia per conquiste materiali, salari e pensioni, alloggi popolari, trasporti, che immateriali, diritti sociali, lo Statuto dei diritti dei lavoratori. Le nazionalizzazioni furono, in sostanza, come quella dell’energia elettrica, il volano del cambiamento economico-sociale di una società che da prevalentemente agricola, gradualmente coglieva le opportunità offerte dall’industrializzazione che, perseguita dal capitalismo, andava però governata dallo Stato mediante precisi strumenti comela programmazione economicaela politica di piano, un mix tra cultura marxista e keynesiana. Artefice della nazionalizzazione dell’energia elettrica e dellapolitica di pianofu il socialista acomunistaRiccardo Lombardiche in una Tribuna politica del 1963 così la spiegò. […] Ci rendiamo conto perfettamente che una politica di questo genere solleverà resistenze importanti, lo stesso tipo di resistenze che si verificò allorchè si trattò di fare la prima grande riforma, la nazionalizzazione dell’industria elettrica. Ci si dice da parte comunista che questa riforma non ha avuto quel potere d’incidere sul potere monopolistico che si riprometteva, addirittura di parla di aborto. In realtà si è passati per la prima volta dalle parole ai fatti in materia di lotta ai monopoli. Basta riflettere che 24 delle società eletteriche soltanto prelevavano dagli utenti ben 600 miliardi di lire e su queste lucravano 300 miliardi di utili. Questo potere è stato loro tolto dalle mani e trasferito allo Stato [che] ricava lo stesso utile che ricavavano i privati. A contrastare questa riforma oltre il Pci fu anche l’establishment economico-finanziario guidato dall’elegantissimogovernatore della Banca d’Italia,Guido Carli, attraverso la partepiù sensibiledella Dc che pose fine a quel primo centro-sinistra riformatore sostituito un anno dopo da un pallido centro-sinistra organico. CosìLombardiconcluse il suo intervento:Allora se è stato possibile realizzare questa grande riforma malgrado una così tenace ed aggressiva posizione d’interessi, noi diciamo che anche altre riforme, di diversa natura, ma di vitale importanza, è possibile realizzarle: occorre la condizione più importante che ci sia una forza politica che si proponga seriamente questi scopi e persegua con coerenza, prudenza, gradualità e fermissima decisione questo obiettivo in modo da rinnovare la politica economia e sociale del Paese. Ma questo auspicio diLombardinon si realizzò e ben consapevole dei rapporti di forza sui quali nasceva quel centro-sinistra organico diAldo MoroePietro Nenni, preferì non entrare nel governo –non amo le poltrone, disse, – e andare a dirigere il quotidiano del Psi,l’Avanti. Poi in un’intervista aEugenio Scalfariperl’Espressosempre nel 1963, notava che l’esperimento del centro-sinistra era tutt’altro che esaurito:penso che la sua carica realizzatrice sia ben lontana dall’essersi esaurita ma giudico l’esperimento improseguibile nelle condizioni attuali. In un certo senso, vorrei dire, che si è arrestato prematuramente dopo un inizio che era promettente. E la grande riforma urbanistica come la soppressione del segreto bancario e della trasparenza dell’oscuro sistema bancario, restarono sulla carta per ilTintinnar di sciabole…