L’ITALIA E LA POETICA DEI BORGHI

L’ITALIA E LA POETICA DEI BORGHI

E’ una trasmissione bellissima, anche per il suo taglio nazional popolare. Una bell’Italia, bei borghi, e la possibilità di votare il più bello on-line. “L’Italia dei borghi”: quattro prime serate, di sabato, su Rai3, dedicate al patrimonio artistico, in linea e in ipotetica staffetta con il successo del programma di Alberto Angela. 60 borghi selezionati, tre a regione, 20 a puntata, presentati da Philippe Daverio e Camila Raznovich. Puntata finale sabato 24 novembre, puntata in cui i borghi verranno votati da una “giuria di esperti”.Qui anche il colto e aristocratico Daverio diviene nazionalpopolare e il risultato finale è più che degno. Mentre l’impressione che ne ricaviamo è la consapevolezza di vivere nel Paese più bello del mondo. Una retorica di cui non si sente il peso tra le stradine dei borghi, tra le riprese dei droni, e tra giovani belle ragazze che con accenti marcati descrivono la storia del borgo e le sue caratteristiche. La poetica del vicino, del piccolo, delle nugae.E ti scopri lì estasiata a chiederti, come abbiamo fatto e, soprattutto, come faremo a mantenere tutto questo. Come tutto questo non sia diventato, nonostante la sua oggettiva e superlativa bellezza, la spina dorsale di una identità nazionale che non c’è. Come, nonostante tutto questo, ci auguriamo che i nostri figli vivano fuori.E le risposte non mi piacciono.