MORTI A CASTELDACCIA: QUANDO IL MALTEMPO NON È L’UNICO COLPEVOLE

MORTI A CASTELDACCIA: QUANDO IL MALTEMPO NON È L’UNICO COLPEVOLE

Insomma, la casa di Casteldaccia dove nove persone hanno perso la vita travolte dalla piena del fiume Milicia era abusiva e su di essa pendeva da tempo un ordine di demolizione del comune, bloccato dai proprietari con un’impugnazione al Tar. La casa non era sanabile perché costruita a meno di 150 metri dall’alveo del fiume in una zona assolutamente non edificabile. “Segnalammo che la situazione era pericolosa e che si trattava di zona ad altissimo rischio idrogeologico. Dalla denuncia non solo nulla si è mosso, ma hanno continuato a costruire nell’alveo del fiume”, ha spiegato il sindaco di uno dei comuni confinanti. Ora, per un attimo, possiamo smetterla di dare solo la colpa al maltempo e alla natura matrigna e fermarci un attimo a domandarci come sia possibile che si possa non solo costruire ma anche affittare e mettere a reddito degli immobili che non dovrebbero proprio esistere perché praticamente edificati nel letto di un fiume? Le due famiglie sterminate dal fiume in piena erano affittuarie e non le proprietarie dell’immobile e a quanto pare nemmeno sapevano del reale rischio che incombeva sulle loro teste. Com’è possibile accettare una cosa simile in un paese che si vuol definire civile? Com’è possibile che ci si accorga di cosa comporta l’abusivismo edilizio incontrastato solo quando ci scappa il morto?