NOEMI DURINI. 18 ANNI A CHI L’HA SEPOLTA VIVA

NOEMI DURINI. 18 ANNI A CHI L’HA SEPOLTA VIVA

Non è amore se ti picchia. Questa frase, che dovrebbe essere inscritta nella mente di ciascuno di noi, era stata pubblicata da Noemi Durini sulla sua bacheca facebook il 23 agosto del 2017. Noemi aveva 16 anni, era una bella ragazzina con i sogni di tante sue coetanee, un fidanzato di poco più grande, ed i confini del suo paese nel Salento, Specchia, che la proteggevano da un mondo ancora poco conosciuto. Poi, il 3 settembre, l’ultimo giro in moto insieme a Lucio. Da quel momento non si seppe più nulla di Noemi, ed iniziarono le ricerche, la preoccupazione dei genitori e del fidanzato, il paese mobilitato. Ma nulla, mentre cominciò a girare la voce del mostro, chissà chi era stato chi l’aveva presa. La madre di Noemi fece presente alle forze dell’ordine di aver già denunciato il fidanzato, Lucio Marzo, perchè violento, ed espresse i suoi timori, raccolti fortunatamente dagli investigatori. Così Lucio, messo alle strette, parlò. Ma ciò che raccontò andava oltre qualsiasi ipotesi, qualsiasi scenario. Portò i carabinieri sul luogo del delitto, San Giuseppe di Castrignano del Capo, vicino Santa Maria di Leuca. Un cumulo di pietre come monumento funebre e sotto quei massi c’era Noemi. L’autopsia poi confermò il particolare forse più orribile, e cioè che Noemi venne sepolta viva. Perchè fu questo ciò che Lucio raccontò ai carabinieri, di quegli ultimi atti in cui, lui, dopo averla colpita alla nuca, la ricoprì con le pietre mentre lei diceva “che cogl…che mi hai fatto…che mi hai fatto”.Disse prima che era caduta, poi di averla colpita con la punta di un coltello alla nuca, disse tante cose e tante ne ritrattò, forse su suggerimento del suo avvocato. Ma ciò che non rivelò mai fu il movente. Inizialmente dichiarò di essersi irritato perchè lei, Noemi, la ragazzina di 16 anni voleva che lui uccidesse i suoi genitori, ostili alla loro unione. Poi ritrattò anche quella affermazione, o meglio la confutò, gli atti sono confusi come le sue parole, ma dai riscontri effettuati Noemi era uscita senza soldi, senza altro addosso che i propri vestiti, non di certo come se dovesse fuggire di casa, un’altra delle affermazioni di Lucio. Dai riscontri autoptici emergono altri particolari, come il fatto che Noemi venne malmenata a mani nude prima di essere sepolta. A mani nude. Quanta gente potrebbe infierire su un altro, specie su una ragazza, a mani nude? Non si parla di uno schiaffo se i segni sono rimasti visibili oltre i segni delle pietre. La sorella di Noemi confermò quanto già denunciato dai genitori, Lucio era un violento, uno sbandato, non un ribelle ma un’anima nera. E chi fosse Lucio lo ha mostrato anche il giorno dell’arresto, quando uscendo dalla caserma dei carabinieri mostrò alla gente che inveiva contro di lui il braccio alzato, in segno di sfida. Ed a gennaio 2018 il coraggioso Lucio mostrò ancora un altro volto, quello infame del depistaggio, accusando dell’omicidio un meccanico di Patu, un altro paese del circondario. Accusa ovviemente rivelatasi infondata, ma comunque in grado per qualche attimo di accendere i riflettori della stampa su un involontario protagonista, un 49enne fortunatamente scagionato in breve tempo. Ed il 4 ottobre infine il Tribunale per i minorenni di Lecce ha emesso la sentenza nei confronti dell’assassino: 18 anni ed 8 mesi di reclusione. Uscirà di prigione a 36 anni, ancora giovane, con ancora la possibilità di vivere, ma questa è la legge, anche se in molti avrebbero sperato in qualcosa di più. Certamente non sarà felice la famiglia di Noemi, lei spezzata nel suo volo appena spiccato e lui invece libero tra pochi anni di girare ancora tra le vite degli altri. 18 anni da scontare per aver sepolta viva la ragazza che sognava un amore che non facesse male.