QUANDO RUBINI E TRE SCENEGGIATORI MI DISSERO: “PARANOICO”

QUANDO RUBINI E TRE SCENEGGIATORI MI DISSERO: “PARANOICO”

Ho dato un veloce sguardo al prezioso Archivio storico dell’Unità che è tornato finalmente consultabile in rete. Oddio, non è proprio semplice da consultare, appena ho digitato il mio nome sono apparsi 16 file riferibili a Tina Anselmi e alla P2. Ma con più calma qualcosa è uscito. Ad esempio questa polemica risalente al 9 novembre del 1994. Non la ricordavo, anzi sì, perché l’allora direttore Walter Veltroni mi rimproverò duramente per aver osato rispondere alla lettera di Sergio Rubini, Filippo Ascione, Fabrizio Bettelli e Angelo Pasquini. L’episodio è minimo, considerata la qualità del film in questione, anche se colpisce ancora oggi la determinazione di Veltroni nel non difendere un suo redattore, cioè il sottoscritto. Comunque leggete. Il titolo del colonnino era “Mercantoni è o non è Berlusconi?”.—-Gentile direttore,nel mondo paranoico fantasticato da Michele Anselmi, dove il servilismo regna sovrano, gli autori di cinema sono evidentemente mere pedine nelle mani dei produttori, che manipolano copioni e film sulla base di esigenze e di capricci personali. Questo risulterebbe dalla critica di “Prestazione straordinaria”, uscita su “l’Unita” del 4 novembre, sotto il titolo «Berlusconi preso in giro da un film Cecchi Gori».Anselmi insinua infatti che la satira di cui è oggetto uno dei personaggi secondari del film, un potente editore milanese “che ha riempito l’Italia di spazzatura” (nel quale egli identifica Silvio Berlusconi), sia stata commissionata dal produttore Cecchi Gori, che in questo modo “s’e voluto togliere un sassolino oppure ha semplicemente dato via libera al copione”. E, per rafforzare la sua tesi, ricorda che il film è stato girato per larga parte addirittura “nella sontuosa sede della Penta”, trasformata per l’occasione nella succursale romana della casa editrice (ma dimentica che alcuni interni sono stati girati nella meno sontuosa sede del suo giornale, “l’Unità”).L’ipotesi di una satira su commissione è meschina, volgare e ci offende profondamente. Ce la saremmo aspettata su un giornale di regime piuttosto che su uno di opposizione, ma purtroppo sembra che Anselmi abbia scritto l’articolo, non per recensire il film, ma per fare clamore. Col risultato di apparire un sollecito informatore del presidente del Consiglio, che si preoccupa di avvertirlo che il suo ex-socio Cecchi Gori usava parte del denaro della Penta per prenderlo in giro. Dovremmo anche noi domandarci: “A chi giova?” il confuso articolo di Michele Anselmi. E magari risponderci, seguendo la sua logica, che egli è l’esecutore di un oscuro disegno che rischia di coprire di ridicolo lui stesso e le pagine degli spettacoli del suo giornale, per altri aspetti prestigioso. Cordialmente, gli autori del filmFilippo AscioneFabrizio BettelliAngelo PasquiniSergio Rubini Dunque, sarei “un sollecito informatore” di Berlusconi. Bah! A parte il fatto che il presidente del Consiglio non ha proprio bisogno di leggere “l’Unità” per scoprire che “Prestazione straordinaria” lo prende in giro, l’insolenza esagerata, e questa sì paranoica, della lettera mi fa sperare in un malinteso. Nell’articolo incriminato non insinuavo niente, mi limitavo a informare il lettore di una curiosità: un film prodotto da Vittorio Cecchi Gori ironizza sull’ex socio della Penta, disegnando un ritratto al vetriolo di un certo Cavalier Mercantoni, industriale milanese della comunicazione che in gioventù fece il cameriere sulle navi da crociera. Non sono il solo ad aver riconosciuto in quel “personaggio secondario” l’attuale capo del governo, e infatti varie recensioni, tra cui quella di Fabio Ferzetti sul “Messaggero”, hanno colto e valorizzato nei titoli l’allusione.Ma una cosa vorrei dire all’amico Rubini (spero che in futuro tornerà a parlarmi invece di spedire lettere nervose al giornale): non penso affatto che “Prestazione straordinaria” sia una satira su commissione, e credo anzi che lo spunto polemico venga tutto dalla penna dei quattro sceneggiatori; ma chi può seriamente pensare che Cecchi Gori, oggi avversario politico di Berlusconi, non abbia accettato la frecciata condivertitabenevolenza?Tutto qui: nessun “oscuro disegno”, nessun bisogno di “fare clamore”. E, del resto, la mia recensione liquidava la faccenda nelle prime quindici righe, dedicando le altre cinquanta alla qualità non proprio travolgente del film. Al quale auguro, comunque, una decorosa vita nelle sale, visto che dall’esito commerciale di “Prestazione straordinaria” potrebbe dipendere la possibilità di Rubini di girare qualcosa di più personale e meditato.