QUEI GIORNALI DA MANICOMIO CHE ATTACCANO LA BACHELET

QUEI GIORNALI DA MANICOMIO CHE ATTACCANO LA BACHELET

Interessante svolta del governo sulla Libia: dopo aver pagato e armato per anni uno dei due presidenti, ora Moavero va in visita dall’altro, a promettere soldi anche a quello. Così si faranno la guerra tra loro ma entrambi con soldi e armi italiani. Vuoi mettere la soddisfazione, dai. Di Battista dal Guatemala ha detto una cosa sacrosanta sui 49 milioni truffati dalla Lega. È il gioco delle parti nel M5S? Può darsi, ma in ogni caso il problema è che non lo dice Di Maio, ancora fermo sull’ipocrita linea difensiva «è una cosa vecchia». I renziani linciano Emiliano, loro nemico di corrente, perché ha scritto sui social che Di Maio sa benissimo dov’è Matera. Se volete, mettetela alla rovescia: Emiliano difende Di Maio sulla presunta gaffe di Matera per tenersi buoni i grillini con cui un giorno vuole governare. Sono vere entrambe le cose. A me non dispiace affatto che Salvini sia andato nel pubblico de “La prova del cuoco”. Anzi, gli auguro di fare il figurante in tivù tutta la vita. A proposito di Salvini, Massimo Fini sul Fatto scrive che alla fine il modo in cui si è comportato il ministro con i giudici «merita un’imperitura riconoscenza da parte di chi per 25 anni ha sostenuto il principio cardine della democrazia “la legge è uguale per tutti”». Sì, avete letto bene, ha scritto così. Bei revival: sono tornati i due marò, ricevuti ieri in pompa magna dalla ministra della Difesa. Non sono tornati invece i due pescatori Ajesh Bink e Valentine Jelastine, nel vento da sei anni. Il taser, la pistola che dà la scossa elettrica: dopo i poliziotti per strada ora lo vogliono anche gli agenti di custodia nelle carceri. Quindi, in caso: uno strumento di tortura (ufficialmente tale) in mano a gente in divisa nel chiuso delle carceri, al riparo da telefonini o telecamere, e dove nessuno testimonierà mai del suo uso e/o abuso. Dai giornali fasciotrash oggi fuoco ad alzo zero su Michelle Bachelet, alto commissario per i diritti umani dell’Onu. Per il Giornale è «da manicomio» e «comunista». Peccato che Bachelet non è mai stata comunista, era nel partito socialista di Allende, in cui militava anche suo padre, torturato a morte dalla polizia di Pinochet. Il Giornale mente. Viva Allende, abbasso Sallusti. Su La Verità invece c’è un signore che ci dice basta parlar male del populismo, «populismo è capire i motivi del disagio e cercare di risolverli». Bravissimo. Il signore in questione (per non far nomi: Carlo Pelanda) è un ex consigliere strategico di tre ministri, di Cossiga, del Consiglio Supremo di difesa, di Finmeccanica, di Rolls Royce e di «altri gruppi globali industriali e finanziari» (testuale dal curriculum), cioè corporation e banche. Insomma un anti-establishment che ogni giorno mangia il pane e beve il vino del popolo. Sempre la Verità si accanisce contro i volontari del Baobab che hanno aiutato alcuni migranti della Diciotti ad arrivare a Ventimiglia. Informo la Verità che da anni quelli del Baobab aiutano i transitanti che vogliono lasciare l’Italia a farlo. Lo fanno apertamente e dichiaratamente, dopo aver loro fornito cibo e riparo, aiutati dalle libere donazioni di chi li ha visti agire umanamente ogni giorno. Alla Verità si stupiranno, ma al mondo c’è gente migliore di loro. BAOBAB EXPERIENCE – Causale: donazione IBAN: IT72Y0359901899050188533521 – BIC/SWIFT: CCRTIT2TXXX.