SE LA SINISTRA RINASCERA’ AVRA’ I NOMI DI YANIS, JEREMY E BERNIE

SE LA SINISTRA RINASCERA’ AVRA’ I NOMI DI YANIS, JEREMY E BERNIE

Se la sinistra rinascerà dalle ceneri diun centro-sinistracolluso e sottomesso all’ideologia neoliberista dominante delcapitalismo finanziario,avrà i nomi diYanis Varoufakis,Jeremy CorbyneBernie Sandersil cui progetto di unaInternational Progressive(Internazionale Progressista) punta a contrapporsi allaInternational Nationalist(Internazionale Nazionalista), alnuovo asse autoritario globaleil cuiCommender-Chiefè il presidente Usa,Donald Trump. Progetto certamente ambizioso, utopico, complicato, difficilissimo, ma potenzialmente in grado quanto meno di poter contrastare l’implementazione del nuovo asse autoriatario globale: come sosteneva la sociologa ingleseBarbara Wootton:è dai campioni dell’impossibile piuttosto che dagli schiavi del possibile che l’evoluzione trae la sua forza creativa. La sfida culturale e politica in atto è dunque una sfida globale e, come tale, non può essere circoscritta ad un paese o a una nazione:dovrebbe essere chiaro che Donald Trump e il movimento di destra che lo sostiene –ha lucidamente spiegatoSanders,che con il movimentoOur revolutionha riportato in auge negli Usa la parolasocialismoun tempo considerata unabestemmia – non è un fenomeno unico negli Stati Uniti. In tutto il mondo, in Europa, in Russia, in Medio Oriente, in Asia e altrove, stiamo vedendo movimenti guidati da demagoghi che sfruttano paure, pregiudizi e lamentele della gente allo scopo di raggiungere e di mantenere il potere. A winning combination –la combinazione vincente–ha, così, i nomi deiriformatoriYanis,Jeremy,Bernie, il cui trait d’union, non è il ritorno a un passato fallito, ilcentro-sinistraadottato dalle sinistre riformiste, laterza via blairiana, a partire dai primi anni Duemila fino alla recentedébâcleche ha segnato il trionfo ovunque di partiti e/o movimenti populisti di destra, sovranisti, xenofobi, euroscettici che ipotizzano la fine, la disintegrazione dell’Unione europea, quanto l’utopia di un nuovo Socialismo democratico del XXI°, anticapitalista, libertario, partecipativo, aperto al riconoscimento e all’integrazione deinaufraghi del pianeta. Penso che i partiti di sinistra che propongono un’alternativa coerente contro l’austerità otterranno un sostegno enorme,ha messo in chiaroCorbynla cui idea per l’Europa è quella diun’Europa sociale con società inclusive che operano per tutti e non solo per pochi. E quanto aSandersha una ottima linea:l’America può permettersi tutto tranne la disuguaglianza che ha. La speranza di una International Progressive, che raggruppi partiti e movimenti progressisti ancorati ai valori dell’uguaglianza, della libertà e della giustizia sociale e politica, è – a differenza di immaginarie alleanze daMacron a Tsipras– la risposta nuova e all’altezza della imponente sfida culturale globale, che ha nelle prossime elezioni europee di fine maggio un appuntamento epocale, decisamente importante e delicato. Per le menomate frammentate sinistre europee rinchiudersi nella propriaFortezza Nazionale– come laFrance InsoumisediJean-Luc Melenchon– equivale a togliersi da questa sfida imposta dalnuovo asse autoritario globaleche, al contrario,Diem25, il movimento dieuropeisti antisistemafondato daVaroufakis, vuole affrontare in una dimensione più ampia delloStato-Nazione, ossia paneuropea con l’obiettivo di un’Europaterza forzamondiale autonoma e libera.