SEGRETERIA CGIL: SUSANNA CAMUSSO BENEDICE LANDINI PER LA SUCCESSIONE, MA CI SI PREPARA AD UN CONGRESSO NON UNITARIO

SEGRETERIA CGIL: SUSANNA CAMUSSO BENEDICE LANDINI PER LA SUCCESSIONE, MA CI SI PREPARA AD UN CONGRESSO NON UNITARIO

Parte in maniera non unitaria, con l’indicazione di Maurizio Landini come proprio successore da parte di Susanna Camusso, la corsa per la nomina del nuovo segretario della CGIL: per la guida del più grande sindacato italiano sarà una sfida a due fra Maurizio Landini e Vincenzo Colla. Le dinamiche fra i vertici del sindacato che hanno portato ai due contendenti, hanno subito una accelerazione negli ultimi giorni, dopo che Colla, con un post molto duro nei confronti della attuale segreteria, ha di fatto lanciato la propria candidatura, mischiando repentinamente le carte che Susanna Camusso pensava di poter distribuire. Il tutto nasce con il consueto appuntamento delle “Giornate del Lavoro”, quest’anno svoltesi a Lecce, a cui è stato invitato a partecipare il Ministro per i rapporti con l’Europa Paolo Savona, episodio su cui si è concentrata la critica di Colla:“Non nascondo che mi ha fatto un certo effetto vedere ieri il Ministro Paolo Savona sul palco delle Giornate del Lavoro che la Cgil sta tenendo a Lecce. Il suo piano B per l’uscita dell’Italia dall’Europa è quanto di più distante dalle nostre posizioni e convinzioni. È soprattutto quanto di più distante da quello che serve al paese. Il dialogo è nella natura del sindacato e secondo me va ricercato sempre e con tutti. Lo stesso vale però anche per l’autonomia dalla politica. L’abbiamo avuta con il precedente governo, dobbiamo continuare ad averla anche con quello in carica” Susanna Camusso intravedeva probabilmente già come sua erede naturale la segretaria della Funzione Pubblica, Serena Sorrentino, che per mesi è stata considerata in prima fila per la successione. Non è infatti un segreto che fra l’attuale segreteria e l’altro volto noto della dirigenza nazionale CGIL, Maurizio Landini, ex responsabile della FIOM, sia nato più di qualche contrasto. La mossa di Colla ha invece scombinato il quadro per almeno due aspetti. Da un lato il tema della vicinanza o meno al Governo, ed in particolare alla componente pentastellata, del sindacato, utilizzata come principale argomento congressuale, peraltro in maniera abbastanza anomala per la CGIL, che ha sempre considerato come assodata e non discutibile l’assoluta indipendenza dalla forza di governo momentanea, ha aperto ad una maggiore politicizzazione del prossimo congresso: il ragionamento di base proposto da Colla è quindi il suggerire alla base che l’attuale dirigenza, ed in prospettiva futura una gestione ad essa coerente, comporterebbe una sostanziale contiguità con l’esecutivo nelle posizioni inerenti il lavoro, comportando di contro che, per un netto contrasto occorra fare una scelta nel segno del Cambiamento. Dall’altro lato, la presenza di un candidato, pur minoritario fra la dirigenza, ma rappresentativo di una categoria particolarmente significativa nel sindacato, i pensionati che da soli contano circa la metà degli iscritti, ha imposto la necessità di non dividere ulteriormente i voti, costringendo ad un accordo i due candidati rimanenti. Questo il motivo dell’ultima accelerazione, venuta fuori da una riunione durata fino a tarda notte: superate le ruggini e le perplessità, Susanna Camusso benedice Maurizio Landini come suo erede alla guida del sindacato. Contestualmente Serena Sorrentino annuncia la propria indisponibilità a candidarsi, lanciando nei fatti un messaggio di unità dei propri sostenitori verso il leader della ex FIOM. Landini rimane certamente uno dei dirigenti più conosciuti della CGIL, spesso associato alla propria felpa con la scritta FIOM, sempre presente durante le molte battaglie. Landini, segretario FIOM nel settennato 2010-2017, è stato particolarmente incisivo in alcune delle crisi aziendali degli ultimi periodi, da quella aperta con la FIAT di Marchionne in occasione delle modifiche contrattuali richieste per avviare il progetto FCA, al caso Thyssen, alla questione tarantina legata all’ILVA, distinguendosi per un atteggiamento quasi mai conciliante e fortemente battagliero fin dai tempi di Reggio Emilia, dove la carriera sindacale è nata alla locale Federazione Impiegati e Operai Metallurgici. Di contro, Vincenzo Colla, anch’egli un passato in FIOM, è certamente un volto meno noto ai più. Ciò nonostante conta numerosi estimatoti, anche in ambito politico dove è particolarmente ben visto dalla parte non renziana del PD. Del resto, vista la partenza, nonostante i malumori espressi dalla segreteria in merito, probabilmente non saranno esentate dal dibattito le principali questioni politiche del momento, prime fra tutte le annunciate riforme in ambito pensionistico e di lavoro, su cui il candidato outsider conta appunto di recuperare posizioni proprio smarcandosi in maniera significativa dall’azione di governo, promettendo così battaglia congressuale fino all’ultima tessera. La scelta del prossimo segretario pare quantomai significativa nell’individuare la direzione verso cui la CGIL vorrà volgersi nei prossimi 4 anni, nella consapevolezza che l’azione tradizionale dei sindacati confederati è ormai sempre meno efficace a tutelare la parte più consistente dei lavoratori, provocando di conseguenza una caduta progressiva del numero degli iscritti. Chiunque vinca quindi, la sfida principale pare essere la possibilità di adeguare il movimento sindacale alle esigenze del mutato mercato del lavoro, possibilmente svincolandosi dalla posizione di mero protezionismo dei propri iscritti, per diventare protagonisti del dialogo riformatore che negli anni a seguire dovrà avere luogo.