TREVICO-TORINO, DI ETTORE SCOLA, UN FILM DA VEDERE

TREVICO-TORINO, DI ETTORE SCOLA, UN FILM DA VEDERE

AlTorino Film Festivalho visto Trevico-Torino, un film di Ettore Scola del 1973 scritto dall’allora capo della redazione torinese dell’Unità Diego Novelli, che due anni dopo sarebbe diventato sindaco.Racconta la storia di Fortunato, un ragazzo che arriva a Porta Nuova con una valigia da Trevico, provincia di Avellino, chiamato dalla Fiat.C’è tutto quello che ho scritto in Ciao terroni [qui il testohttps://goo.gl/C9A2it, qui il videohttps://goo.gl/HVme4L]: Fortunato non ha la casa e il piemontese che gli affitta «una stanza» lo vuole far dormire nella carbonaia, al rifiuto di Fortunato il piemontesone dice: «Oh voi napuli, quante storie fate…»; c’è il pensiero dominante per cui se uno è meridionale ruba o si prostituisce (non: se è povero o in difficoltà, ma: se è meridionale); c’è l’immigrato che dorme in stazione, e poi al dormitorio; c’è in somma tutta la storia di discriminazione di cui si dice in Ciao terroni.Fortunato entra in fabbrica, cancello 2 di Mirafiori, e conosce Victoria, una studentessa di estrazione borghese, militante in Lotta Continua che volantina all’uscita degli operai, e il film vira sulla politica, in maniera dolce, lasciando l’uomo protagonista, e non l’organizzazione o il partito o la fabbrica, l’uomo e soltanto l’uomo. La storia di Fortunato e Victoria è scritta in maniera magistrale: i dialoghi tra i due, il contadino-operaio e la borghese-militante, sono immensi, ci sono i sentimenti, le sfumature, le contraddizioni dei due mondi e di tutto il mondo.E poi c’è Torino, non sullo sfondo ma in tutte le cose: una Torino grigia, inquinata, con gli autobus che sgasano nubi nere, con la neve sporca («Anche a Trevico nevica, ma la neve è bianca»), ma è una Torino formicolare, popolosa, crescente. Il film è a colori, il cielo a tratti è azzurro: spicca di più, nell’aureo smog.[Prossima e unica altra proiezione: giovedì 29 novembre ore 14.30, cinema Massimo, sala 3]