VIETATO BOCCIARE IN PRIMA MEDIA. PAROLA DEL CONSIGLIO DI STATO
Marco (nome di fantasia) frequenta la prima media in un istituto scolastico del Reggiano.Il passaggio dalla scuola primaria a quella secondaria di primo grado (ex scuola media), dopo il primo periodo di ambientamento con i compagni ritrovati e quelli nuovi coi quali fare amicizia, la conoscenza dei prof, delle nuove discipline e dei diversi metodi ai quali adattarsi così come ai nuovi orari, si fa sentire da subito.Marco procede con i ritmi dei suoi 11 anni.A volte abbastanza speditamente,soprattutto nel primo quadrimestre (dove si vive anche po’ di rendita),altre inciampa. E quando inciampa fa fatica a rialzarsi. Soprattutto negli ultimi mesi, quando si avvicina la bella stagione e la stanchezza comincia a farla da padrona. Marco arranca, non regge il ritmo, perde terreno. Rispetto ai suoi compagni e al rendimento scolastico che in diverse discipline curriculari si fa davvero carente.Nel secondo quadrimestre, e ancor più verso la fine dell’anno, le insufficienze fioccano e per Marco è impossibile cercare di recuperare. Ai prof, negli scrutini finali non rimane che prendere atto della situazione e,in sede di Consiglio, e con una stretta al cuore,decidono di fermarlo. Una bocciatura che brucia.A Marco ma forse più ai suoi genitori. Chefanno ricorso al Tar che però conferma la decisione dei profritenendo sufficienti, per la bocciatura, le carenze scolastiche del ragazzo, dimostrate dai voti riportati durante l’anno. A bruciare più che mai adesso è la decisione dei giudici, sentenza che i genitori rigettano.Per ottenere ‘giustizia’ si rivolgono al Consiglio di Stato che, ribaltando la sentenza del Tar,consente al ragazzo il passaggio immediato alla classe seconda. Una promozione tout court motivata dal fatto che ‘il profitto venga valutato su base biennale’. Nello specifico, sostengono i giudici non si può valutare il solo primo anno, in quanto occorre una visione complessiva dell’assestamento del minore.E se proprio merita la bocciatura, meglio al secondo anno che al primo.Occorre prendere in considerazione periodi più ampi nella valutazione, nel passaggio dalla primaria alle medie per decretare un giudizio sull’allievo. All’istituto scolastico di Scandiano non è rimasto che applicare la sentenza e ammettere Marco alla classe seconda.Addebitate alla scuola anche le spese legali pari a 1.700 euro. Un iter giudiziario lungo e complesso. Che restituisce allo studente l’opportunità di condividere coi suoi coetanei la classe seconda, peraltro con un ritardo di quasi due mesi dal suo inizio. Mache di fatto indebolisce l’istituzione scolasticae le prerogative decisionali del consiglio di classe già fortemente ridimensionate dalla L.107, la cosiddetta#buonascuolache sempre più la sta trasformando in una scuola alla buona.La L.107/15 ha infatti eliminato, o quasi, la bocciatura nella scuola dell’obbligo.Il nuovo regolamento entrato in vigore nell’anno scolastico 2017/2018, prevede che: “Le alunne e gli alunni della scuola secondaria di primo grado sono ammessi alla classe successiva e all’esame conclusivo del primo ciclo”. Bocciatura addio, dunque? Quasi, ma non sempre. Benché la scuola dell’obbligo miri ad essere soprattutto inclusiva e a ridurre la dispersione scolastica, ci sono dei casi in cui è ammessa. Questi:1)Grave infrazione disciplinare;2)Troppe assenze (se superano i ¾ dei giorni previsti dal calendario scolastico),3)Parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in una o più discipline. Decisioni queste che spettano agli insegnanti e che sono tenuti a motivare.Così come a mettere in atto strategie alternative per non lasciare indietro gli studenti. Strategie che spesso, se le carenze sono tante e profonde, si rivelano inutili. Decisioni che spettano al consiglio di classe o, meglio, che spettava ai prof in sede di consiglio di classe.Decisioni meditate, sofferte.Troppo spesso inficiate da sentenze.Come quest’ultima che di sicuro pone diversi interrogativi:potrà Marco far fronte alle nuove e più impegnative responsabilità scolastiche partendo con carenze non indifferenti?Forse sì forse no.A stabilirlo sarà il tempo. E la sua sua capacità di adattamento.A stabilirlo sarà la scuola se saprà trovare la chiave giusta.
