WANDA FERRAGAMO, UNA GIOVANE VEDOVA DIVENTATA MANAGER DI SUCCESSO
Scarpa rossa con fiocco fermato da fibbia dorata, tacco basso ed eleganza senza tempo: sì, si tratta di una calzatura Ferragamo, icona del Made in Italy da decenni e non ancora passata di moda. Il fondatore ci lasciò nel lontano 1960, ma sua moglie Wanda ha portato alto il nome dell’azienda di famiglia fino a ieri, quando si è spenta all’età di 96 anni.Wanda era una donna di gran carattere: l’ha dimostrato fin da quando, rimasta vedova a soli 38 anni, ha cresciuto sei figli da sola e preso in mano le redini della Salvatore Ferragamo Srl. Il marito, di ventitré anni più anziano, si innamorò di lei a prima vista: lui aveva quarant’anni, lei appena diciassette. Wanda era la figlia del medico e sindaco di Bonito, e non appena Salvatore la vide, si girò verso la sorella e le disse in inglese “Questa ragazza diventerà mia moglie”. Tre mesi dopo, il matrimonio. “Passammo la prima notte di nozze sul terrazzo dell’albergo Vittoria di Sorrento – dichiarava la signora a Stefano Lorenzetto in un’intervista del 2007 -Macché romantico! Bombardamento alleato su Napoli. Rimanemmo lì a guardare i fuochi e a pregare per i parenti alloggiati all’hotel Excelsior”.Poi, nel luglio del 1960, la tragedia: la morte del marito, sei figli da crescere, nessuna esperienza come imprenditrice. “Il più piccolo dei nostri sei figli, Massimo, aveva due anni. Vivevamo nell’agio, avrei potuto crescere i miei figli senza preoccupazioni e senza farmi carico dell’azienda. Ma pensavo alle maestranze che lavoravano per noi, e conoscevo i progetti di Salvatore, non volevo tradirli. Così il primo di settembre la fabbrica riaprì regolarmente; gli operai ancora non sapevano che Salvatore era morto”. Una donna con carattere da vendere, soprattutto per lavorare in un mondo che, all’epoca, era ancora più maschilista di quanto non lo sia oggigiorno: già ci immaginiamo questa signora di nemmeno quarant’anni, che con piglio sicuro si mette al comando di un’azienda di quasi soli uomini. Ma sotto il suo comando la Salvatore Ferragamo Srl non solo continuò a esistere, ma prosperò e si ingrandì: nel 1965 la produzione venne estesa a borse e abbigliamento e nel 1970 la figlia Fulvia propose di realizzare una linea maschile. Da quel momento la produzione di accessori in seta, come foulard e cravatte, divenne uno dei punti forti dell’azienda, insieme alle calzature.Nel 1989 i cinesi poterono finalmente comprare prodotti Ferragamo, con l’apertura del primo negozio asiatico a Hong Kong. Un mercato che si rivelò e si conferma tutt’oggi molto fruttuoso: basti fare un giretto per le calli di Venezia o per via Condotti a Roma e osservare la nazionalità di coloro che escono dalle boutique con pacchetti e pacchettini.La signora Ferragamo era per la parità dei sessi: in casa sua, non dovevano esserci differenze economiche tra figli maschi e figlie femmine. “Mio marito aveva vissuto per tanti anni negli Stati Uniti e ne aveva assorbito la cultura”, dichiarava.E questa grande donna, avrà mai sofferto di solitudine? Nel 2014 dichiarava al Corriere della Sera: “Non lo dico per i miei figli, la figura paterna non era necessaria, c’ero già io che facevo da papà e da mamma. Più che altro avrei voluto una persona che mi prendesse la mano e dicesse: sono qui, non ti preoccupare. Ma era difficile scegliere, avrei dovuto trovare qualcuno davvero interessato a me e io non incoraggiavo nessuno”. Nemmeno la morte la spaventava, più che altro aveva timore della sofferenza.Noi ci auguriamo dunque che si sia riunita con Salvatore dopo tanti anni, e che stia raccontandogli come la loro azienda sia fiorita sotto la guida della donna straordinaria che aveva sposato.
