YOU ARE EVERYTHING, FELLINI!

Fellini, nato nel 1920 a Rimini, a venticinque anni dalla sua morta rimane tutt’ora uno dei più grandi registi che il nostro cinema abbia avuto. Lui che si confermò di fama mondiale con film comeLuci del varietà(suo esordio alla regia del1950),La dolce vita(Palma d’oro al Festival di Cannes del1960),8½(1963) eAmarcord(1973) e che ad oggi non sembra possibile dimenticare. È stato nel 31 ottobre del 1993 che muore per un ictus nella sua casa in via Margutta a Roma. Pochi giorni dopo prima in numerosissimi sfilano in processione per rendergli omaggio alla camera ardente situata nello studio 5 di cinecittà, e poi si recano per celebrare il suo maestoso funerale alla basilica di Santa Maria degli Angeli e Martiri. E lì, la sua Giulietta piange l’uomo capriccioso e difficile che nonostante la sua estrema difficoltà nel stare lontano dalle altre donne, rimane l’amore della sua vita. Solo cinque mesi dopo morirà anche lei per tumore ai polmoni. Quell’occhio aspro e cinico quanto visionario e onirico con quelle straordinarie atmosfere e i suoi personaggi così caratteristici e fissi nell’immaginario collettivo del popolo italiano. Inarrivabile genio candidato 12 volte all’Oscar e che solo nell’anno della sua scomparsa lo vinse per la carriera, consegnatogli da una meravigliosa Sophia Loren e un elegantissimo Marcello Mastroianni, il suo indimenticabile Guido Anselmi nonché caro amico. Era pungente, ironico e intelligentissimo nel suo raccontare le realtà della società in pasto all’opulenza come uno zampone appeso all’entrata della stazione Termini. Non temeva di raccontare quel che vedeva e con la sua fedele e devota, nonché paziente compagna, ha potuto raggiungere le altissime vette di una carriera da sogno. Ed è superfluo cercare spasmodicamente un suo erede come in molti hanno decantato chiamando in causa Gilliam (dal simile tocco sognante e straziante) e Sorrentino (così provocatorio e forse troppo costruito). Al momento è proprio la nostra realtà cinematografica odierna che manca di quel quid, quella essenza di bisogno e quella urgenza artistica che scaturiva dalle sue pellicole. È necessario dunque ricordarlo così, senza censure e senza freni, libero di esprimersi e di fare del cinema, la sua passione, la vera espressione del suo estro. Luci del varietà, co-regia di Alberto Lattuada (1950)Lo sceicco bianco (1952)I vitelloni (1953)Agenzia matrimoniale, episodio di L’amore in città (1953)La strada (1954)Il bidone (1955)Le notti di Cabiria (1957)La dolce vita (1960)Le tentazioni del dottor Antonio, episodio di Boccaccio ’70 (1962)8½ (1963)Giulietta degli spiriti (1965)Toby Dammit, episodio di Tre passi nel delirio (1968)Block-notes di un regista (1969), documentario televisivoFellini Satyricon (1969)I clowns (1970), documentario televisivoRoma (1972)Amarcord (1973)Il Casanova di Federico Fellini (1976)Prova d’orchestra (1979)La città delle donne (1980)E la nave va (1983)Ginger e Fred (1985)Intervista (1987)La voce della Luna (1990)