RIVELAZIONI CHOC ARRIVANO DAL NEW YORK TIMES SUL MISTERO HHASHOGGI

RIVELAZIONI CHOC ARRIVANO DAL NEW YORK TIMES SUL MISTERO HHASHOGGI

Lo avrebbe ucciso all’interno del consolato saudita di Istanbul, quindi hanno smembrato il corpo per far sparire ogni traccia. Un lavoro di «pulizia» eseguito da un commando di 15 elementi, compreso un medico legale, incaricato di sezionare il cadavere e armato di «ferri»adeguati. Azione autorizzata dai massimi dirigenti del regno. A rivelare questi dettagli sulla presunta fine del giornalista Jamal Khashoggi è il New York Times imbeccato da fonti turche. Verità dure, da dimostrare con prove. Così come lo è una seconda indiscrezione: l’intelligence americana avrebbe intercettato dei funzionari sauditi mentre parlavano di un possibile sequestro del dissidente. L’informazione è stata passata al governo Usa? E come mai nessuno è intervenuto per impedirlo? Ormai l’intrigo drammatico supera le sponde del Bosforo, si insinua nei giochi mediorientali e bussa a Washington. La fidanzata del dissidente, Hatice Cengiz, ha lanciato un appello: «Imploro Donald Trump e la first lady Melania a far luce su quanto è accaduto». E il presidente si è mosso. Dunque un primo segnale, anche se in ritardo. The Donald ha espresso preoccupazione, ha annunciato che chiederà spiegazioni a Riad ed ha invitato Hatice alla Casa Bianca. Il segretario di Stato Pompeo, invece, ha parlato con il principe Mohammed sollecitando chiarimenti mentre Mike Pence ha offerto l’aiuto dell’Fbi se i sauditi dovessero chiederlo. Difficile che lo facciano, gli inquirenti di Ankara hanno accusato il regno di opporsi alle ispezioni.Un muro scalfito però dalle ricostruzioni dei giornali statunitensi. Per ora Erdogan ha tenuto una linea ferma quanto cauta, forse nella speranza di trovare una soluzione dietro le quinte. Ma ha lasciato che gli apparati fornissero «munizioni»ai media, locali e internazionali. Scenari ancorati alle immagini delle telecamere di sorveglianza, ai registri aeroportuali, ai controlli relativi al 2 ottobre. Una sequenza precisa.Ore 3.13 della mattina: un Gulfstream privato proveniente dall’Arabia atterra a Istanbul, a bordo 9 persone. Vanno in un hotel dove hanno prenotato per tre notti, quindi raggiungono la loro rappresentanza. Sono gli esecutori?Ore 13.14: l’oppositore si reca al consolato per ritirare dei documenti necessari al suo matrimonio con Hatice. Alla donna, che resta in attesa all’esterno, dice: se non esco dai l’allarme.Ore 16: alcuni veicoli lasciano la sede diplomatica; 2 mezzi – compreso un furgone – che si fermano alla residenza del console, poco distante. Per la polizia il personale locale era stato messo – all’improvviso – in libertà. Hatice, intanto, chiama un consigliere del presidente turco Erdogan per dare l’allarme.Ore 17.15 arriva un secondo jet da Riad, trasporta 6 passeggeri che si dirigono al consolato saudita. Tutti sono immortalati all’ufficio passaporti, così come i loro «colleghi» che li hanno preceduti con l’aereo dell’alba. I turchi hanno volti e nomi, gradi e ruolo, particolari resi pubblici per aumentare la pressione sugli avversari. Alle 18.20 l’aereo riparte, rotta Il Cairo-Riad. Sono i «pulitori»?Ore 22.46: l’altro Gulfstream lascia il suolo turco e raggiunge quello saudita dopo uno scalo a Dubai.E’ nell’arco di questa finestra temporale che accade tutto. La polizia è convinta che Khashoggi sia stato assassinato attorno alle 15 da due killer in una stanza, quindi lo hanno trasferito in un’altra per essere fatto a pezzi. Due ipotesi sul seguito: infilato in una valigia diplomatica oppure sepolto nel giardino della villa del console, luogo dove la Scientifica vorrebbe condurre scavi. Un quotidiano ha scritto che gli investigatori sono in possesso persino del video dell’omicidio. Affermazione da verificare mentre una tv ha sostenuto che lo scomparso aveva un orologio Apple sincronizzato con un paio di cellulari lasciati ad Hacine. Forse potrebbe rivelare qualcosa ma i turchi hanno bisogno di un aiuto tecnico esterno. E si torna così agli Stati Uniti.Ecco perché la fidanzata di Khashoggi, sperando che sia ancora vivo, si è rivolta a Trump. Sempre che il politico-imprenditore non preferisca salvaguardare affari e alleanza. E’ probabile che il principe Mohammed, il grande regista della corte saudita deciso a stroncare chi non è allineato, confidi in questo. E in qualche patto non dichiarato con la Turchia.