OLIMPIADI IN PRIMO PIANO

OLIMPIADI IN PRIMO PIANO

Mi pare ovvio che dopo gli imbarazzanti insuccessi delle manifestazioni a Piazza del Popolo, il Pd e le sue stampelle liberal siano ripiegati su Piazza del Campidoglio, che è piccolina e se quindi ci vanno mille persone, i Tg e “La Repubblica” (e pure la quinta colonna liberista nel “Fatto”) possono moltiplicarle per dieci o venti e parlare di una folla oceanica. Mi pare anche ovvio che lo abbiano fatto in incognito, inventandosi fantomatici comitati cittadini (ma c’erano tutti, a farsi fotografare e a incontrare gli amici e gli amici degli amici) e che abbiano cinicamente cercato di cavalcare il risentimento popolare per l’assassinio di una ragazza a San Lorenzo, a quanto pare per mano di spacciatori africani; cercando però di far credere che il degrado di Roma non vada imputato alle migrazioni incontrollate, al culto del denaro e del successo, alla deregulation morale e culturale, al consumismo compulsivo, alla frammentazione sociale e alla crisi della famiglia e delle comunità, in sostanza al liberismo globalista patrocinato dai precedenti governi e accettato da chi li ha votati, bensì ai partiti populisti che cercano di resistere a liberismo e globalizzazione, e specificamente al M5S. In realtà il degrado, comunque interpretato, è solo una scusa: l’unica ragione dell’accanimento della casta e dei suoi media contro l’amministrazione di Virginia Raggi è che ha tolto loro le Olimpiadi, ossia la mangiatoia miliardaria su cui contavano. Detto questo, di sicuro i romani hanno collettivamente una grave colpa, e l’hanno sempre avuta: quella di credere che il fatto di vivere nella città più bella del mondo li esenti dal dovere civico dell’intransigenza, ossia di combattere quotidianamente i troppi furbi e stronzetti che ormai si sono abituati all’impunità; inclusi quelli che hanno manifestato in Campidoglio per tornare agli anni della loro cuccagna, in cui osceni guadagni personali, privilegi di casta e sprechi dovuti a incompetenza e superficialità hanno provocato il decadimento sociale e ambientale che fra enormi difficoltà il M5S sta oggi cercando di contrastare. Non è affatto detto che ci riesca; serviranno pazienza, determinazione, coraggio e soprattutto, come ho detto, intransigenza.