NON C’E’ NESSUN PORTO SICURO IN LIBIA

Sono foto che ho scattato nel deserto libico quando si fronteggiavano le milizie di Bengasi e gli uomini di Gheddafi. Le ho ritrovate tra le migliaia di foto che conserva il mio smartphone. Ve le ripropongo per riflettere sul fatto che dopo la scomparsa di Gheddafi tribù e milizie si sono spartite Tripolitania e Cirenaica e che fino a quando le potenze mondiali foraggeranno una tribù piuttosto che un’altra non potremo parlare di stabilizzazione di questo Paese dal quale ci separano solo 100 miglia di mare. Le notizie di queste ultime ore sono drammatiche, scontri armati, morti, devastazioni. Avete capito ora perché il popolo delle#maglietterosseè preoccupato della piega razzista e xenofoba del nostro governo? Non c’è nessun porto sicuro in Libia, non ci sono garanzie democratiche. Le carceri sono lager dove si torturano i migranti, si violentano le donne, si sequestrano gli uomini. Invece di erigere muri, l’Europa dovrebbe cercare, unita, una soluzione diplomatica. Mai più razzismo, mai più fascismo.#restiamoumani.