VENEZIA 2018. MEL GIBSON , LA VENDETTA DELLO SBIRRO

Due sbirri bianchi, uno anziano, Mel Gibson, e l’altro più giovane, Vince Vaughn, sospesi dal servizio perché filmati mentre fanno semplicemente i cop, si vendicano dei loro capi, dei media “che trattano in maniera inappropriata i comportamenti inappropiati” e di una vita sottopagata e piena di frustrazione, architettando un bel piano. Rapinare i rapinatori di una banca (ferocissimi, come prestati da un Marvel movie) e vivere felici coi loro lingotti d’oro. Però qui chi vince davvero non è il “giustiziere della notte” e neppure “il principe della città”. Ma una specie di Charlie Varrick, l’ultimo degli indipendenti… Fuori concorso un thriller metropolitano cool e heavy metal, come se ne facevano negli anni 70 e anche prima. Dragged Across Concrete, si può tradurre con “trascinato nel cemento”, è l’opera terza dello scrittore di romanzi trans-pulp, regista, operatore e musicista di Miami Steven Craig Zahler. Piuttosto abile sia nelle strofe che nei ritornelli (tutte le song sono sue). Sa creare atmosfera e tiene bene gli assoli. E, come se fosse uno degli Skiantos, sa anche auto-sbeffeggiarsi. Un allievo inconsapevole di Walter Hill, una specie di Don Siegel redivivo e aggiornato, almeno a giudicare dai film precedenti, il western Bone Tomahawk e il carcerario Brawl in Cell Block 99, anche se i suoi miti qui sono i Lumet e Scorsese più dark. Oltre a tenere sempre desti i riflessi dello spettatore, trattando i suoi copioni come fanno col nemico i bombaroli, agendo sempre di sorpresa, Zahler (che deve essere un esperto di videogame perché ne promuove l’alto valore educativo), attraverso improvvise incursioni splatter, cambiamenti di ritmo, umorismo inaspettato, sequenze “deboli” trasformate in scaturigini dalle conseguenze devastanti, fa a pezzi la cosiddetta sceneggiatura di ferro (vecchio) e la monoliticità dei personaggi (il buono, il cattivo e il medio sono ‘fuori campo’ ), evidenziando e freddandone ogni stereotipo. Ma dopo averlo deliziosamente maneggiato.