ARDERN IL VOLTO TRISTE DELLA NUOVA ZELANDA

Da ora in poi diventerà innominabile il nome di chi, in nome dell’Isis ha deciso per la vita di 50 persone in Nuova Zelanda. La decisione della premier neozelandese Jacinda Ardern a prima vista può sembrare incomprensibile ma trova radici profonde nel profilo narcisistico di Tarrant il suprematista bianco. Con questa premessa la Ardern ha giustificato davanti il Parlamento del suo paese la decisione di non chiamare per nome il 28enne autore della strage di sabato scorso. Il narcisismo chiamato in causa dalla premier è facilmente rilevabile nelle 74 pagine che Branton Tarrant ha lasciato a difesa dei bianchi europei, come testimonianza del suo credo, postato on line e inviato alla Ardern poco prima il massacro. “È un terrorista, un criminale, un estremista. Quando ne parlerò, non dirò il suo nome” ha pronunciato la premier che si è dimostrata l’anima pacifica e laica del paese. Dopo il saluto in arabo ha avuto parole ha detto che il suprematista affronterà tutto il rigore della legge. La donna è stata l’emblema di una nazione unita contro il terrorismo. Dopo l’attentato si è presentata sul luogo piangendo con i familiari delle vittime, portando conforto ai musulmani disorientati e in preda al terrore, indossando un velo nero. Un segno di grande rispetto per gli islamici. Ha promesso ai parenti che il governo si farà carico di tutte le spese necessarie alla sepoltura dei loro cari. Ha reagito contro Facebook per aver mantenuto a lungo il video della carneficina e si è impegnata per rivedere la legge sulle armi. La figura della premier si è imposta qualche mese fa durante il World Economic Forum di Davos, in Svizzera, quando ha portato avanti la lotta contro il cambiamento climatico e sostenuto la necessità di un benessere sociale, non solo economico, ai suoi concittadini. La 38enne Ardernè stata eletta nel 2017, ma sul suo percorso è stata criticata per la sua gestione economica. Ma dall’attacco a Christchurch alle due moschee, Ardern è diventata il volto del dolore della Nuova Zelanda. La compostezza ed empatia del primo ministro ha meravigliato tutti.