BCE. DRAGHI RASSICURA I PAESI DELL’EUROZONA: IL SOSTEGNO NON VERRA’ MENO

BCE.  DRAGHI RASSICURA I PAESI DELL’EUROZONA: IL SOSTEGNO NON VERRA’ MENO

Il presidente della Bce, Mario Draghi, prende atto della flessione in atto nell’economia  tra i paesi dell’area euro, Germania compresa, e assicura che la Banca Centrale Europea  metterà in moto tutti gli strumenti possibili per arginare gli effetti di questa tendenza al ribasso della crescita. Draghi ha fatto notare pochi giorni fa in un’udienza al Parlamento europeo, che si avverte fragilità tra i 19 Paesi dell’area, si riscontra più debolezza di quanto previsto, e il persistere dell’incertezza in ambito internazionale, con la minaccia del protezionismo sempre in agguato, ha il suo peso nel ‘sentiment’ economico. Le previsioni sulla crescita sono rivolte al ribasso, ma la vigilanza è alta, e la Bce metterà sul campo ogni intervento atto a  sostenere l’Eurozona. Le ragioni di questa contrazione sono dunque da ricercare in fattori geopolitici e nell’instabilità che proviene da queste zone d’ombra del pianeta, ma incidono ancora le incertezze  nei rapporti Usa-Cina, originate, com’è noto, dai conflitti commerciali scatenati a suon di dazi tra le due super potenze. Altre cause sono da ricercare nella volatilità dei mercati, che a loro volta hanno reagito all’impatto delle situazioni che ormai da oltre un anno stanno creando un clima instabile, non ultima l’Italia con le sue problematiche interne e la contrazione della crescita, diventata ormai critica. Il presidente Draghi, il cui mandato alla Bce sta per scadere,  alcuni giorni fa al Parlamento europeo ha ricevuto una onorificenza da parte del presidente della Commissione Affari Economici, è sempre stato convinto delle misure di politica monetaria adottate per sostenere i 19 paesi dell’area euro fino al 31 dicembre scorso. Qualora ricorressero le circostanze (il suo celebre “or beyond if necessary”, riferito al programma di Qe), non esiterebbe a riproporre un piano per riportare l’inflazione nei dintorni del 2%, target sempre sotto vigilanza da parte dell’Eurotower. La volontà di applicare le strategie di carattere monetario, ritenute efficaci  nel difficile percorso di ripresa dell’economia dell’area  negli anni del rallentamento e della crisi, sono state oggetto delle dichiarazioni di Draghi alcuni giorni fa al Parlamento europeo, a Bruxelles. Il presidente ha affermato di essere  pronto a riaccendere i motori dell’accomodamento monetario, e ha anche espresso preoccupazione per i Paesi dell’area che ancora affrontano il problema dell’eccessivo indebitamento. In ogni caso, un’eventuale ripresa del programma di acquisto di asset, non avverrà nel corrente anno. “L’indebitamento – sostiene Draghi – alla  lunga causa una perdita di sovranità, poiché il Paese interessato rischia di ritrovarsi alla mercé dei mercati finanziari”. L’allusione all’Italia (ma anche altri Paesi in difficoltà) è implicita, e il richiamo non deve stupire Altra causa d’instabilità, secondo il Governatore della Bce, è la minaccia della Brexit, la quale, qualora si concludesse nel peggiore dei modi, con un’uscita  ‘hard’ dall’Ue, potrebbe creare serie conseguenze, non solo in Regno Unito, ma anche negli altri Paesi dell’Unione europea.