DIECI ANNI FA, ELUANA ENGLARO

Nelle settimane che hanno preceduto la morte di Eluana, la Regione Lombardia, presidente era Roberto Formigoni, ha negato la struttura dove potesse essere messa in atto la sospensione dei trattamenti, come disposto da una sentenza. Per questo Beppino portò Ely a Udine e Giuliano Ferrara invitò tutti a depositare bottigliette d’acqua, ho ancora negli occhi le immagini della folla che cercava di bloccare l’ambulanza mentre esce dalla casa di cura di Lecco delle Suore Misericordine dove Eluana in coma vegetativo era stata assistita per 17 anni. In seguito la Regione è stata condannata a risarcire 164.000 euro.Soldi che non sono rimasti in tasca a Beppino A Udine stessa scena, lancio di bottigliette, di panini. Sembravamo alieni decisi ad assassinare la nostra bimba. Intanto, Berlusconi, stava per varare un decreto per bloccare l’esecuzione della sentenza del Tribunale dopo 17 anni. Diceva che avrebbe anche potuto avere figli Eluana, e quando alle 20.10 del lunedi 9 febbraio arrivò la notizia della morte , il berlusconiano Quagliarello gridava assassini. ll 9 luglio 2008, dopo anni di tribunali, corsi e ricorsi e pena infinita, la Corte d’Appello di Milano riesamina la vicenda alla luce di nuove dichiarazioni e autorizza il padre, Beppino Englaro, in qualità di tutore, ad interrompere il trattamento di idratazione ed alimentazione forzata che mantiene in vita la figlia Eluana. Ma la vicenda registra ulteriori risvolti. Il 16 luglio 2008 Camera e Senato sollevano un conflitto di attribuzione contro la Cassazione, ritenendo che la sentenza dell’ottobre 2007 integra “un atto sostanzialmente legislativo, innovativo dell’ordinamento normativo vigente”, cosa che spetta solo al legislatore. A dirimere il conflitto di viene chiamata la Corte costituzionale, la quale nell’ottobre 2008 si pronuncia a favore della Cassazione e della Corte d’Appello di Milano, ritenendo che la sentenza in questione non sia affatto innovativa di un ordinamento basato su una Costituzione che garantisce il diritto di rifiutare le cure mediche e il rispetto della volontà del singolo. Questo è il breve riassunto storico. Altra cosa sono i 17 anni vissuti accanto alla tragedia. Certamente aggravati nel dolore dalle campagne di Ferrara sul Il Foglio, dalla ferocia dei movimenti per la vita. Non potete immaginare, dolore su dolore. Eluana era una ragazza splendida, buona, solare e matura. Era figlia di mia cugina Saturna, detta Sati. Io e Sati, passavamo le estati ad Urbino. Lei aveva 10 anni più di me. E mi curava come una sorellina. Sati era bellissima, bellissima. Viveva con gli zii, perché la madre ritrovata poi da adulta, l’aveva abbandonata ancora in fasce.Mia mamma Olga e i suoi due fratelli Assunta e Ettore, insieme alla mia nonna materna l’accolsero in casa e la crebbero come una figlia. Poi mia madre andò a Modena con babbo e Sati veniva spesso a trovarci, era molto attaccata a mamma. Tanti problemi di salute ha avuto Sati, ma alla fine volle conoscere la madre ed andò a Basilea. Lì oltre a mamma incontrò Beppino. Un ragazzo eccezionale, si occupava di commercio moquette. Si stabilirono a Lecco. Ed è lì che nacque e crebbe Eluana. Noi continuavamo a trovarci in estate a Urbino. Eluana aveva solo due anni più di mia figlia.Si era iscritta a Lingue, Eluana, ne avevamo parlato molto. Era sabato il 18 gennaio 1992, quando tornando da una festa, l’auto si schiantò su un albero e poi su un palo della luce. La domenica mattina zia Tina mi chiamò piangente. E cominciammo tutti la lunga non vita. Sati continuò a non vivere anche dopo la morte di Eli. Lasciò che la malattia la divorasse. 23 anni di non vita, amata Sati. Eluana ha cambiato la vita di tutti noi che l’amavamo. Io non posso non ricordarla scrivendo ogni 9 febbraio, quello che mi immagona e mi fa ancora tanto male. Il grande coraggio di Beppino e Sati permette oggi di avere un diritto riconosciuto, e questo è il lascito di Eli, perché in questo Paese talebano prevalgano leggi di libertà e rispetto della vita degli altri che non sono Talebani. Maledetti Talebani, se esistesse davvero un Dio, brucereste all’inferno. Con Pillon, uno di voi. A Paluzza l’11 febbraio 2009 c’era tanta neve freddo fuori e nel cuore. Saty e Beppino rimasero in casa a guardare dalla finestra. Troppi sciacalli ancora in giro.Ma credo che Eluana e Sati stiano bene lì, in pace tra i monti sacri.