DONALD TRUMP FA UN PASSO INDIETRO

DONALD TRUMP FA UN PASSO INDIETRO

Donald Trump ha cambiato idea: non più un rapido ritiro delle forze Usa dalla Siria. Il presidente avrebbe concesso altri quattro mesi al Pentagono, un periododurante il quale può accadere di tutto. Un passo indietro che non intacca la sua scelta strategica del “tutti a casa”, ma che lascia aperti tanti scenari. Compreso quello di un impegno a lungo termine. A rivelarlo il New York Times. La sorpresaLa Casa Bianca aveva colto tutti di sorpresa, dai diplomatici agli alti gradi, annunciando il ritorno in patria dei 2 mila militari schierati in Siria. Mossa che ha sollevato contrasti profondi in quanto accompagnata dalla volontà di ridurre il contingente in Afghanistan. Il segretario alla Difesa, Jim Mattis, si è dimesso e molti generali – non più in servizio, però di peso – non hanno risparmiato critiche. A loro giudizio si apre un vuoto che saranno altri a colmare, ossia Russia e Iran. Inoltre in tanti hanno rimproverato a The Donald il tradimento (ennesimo) dei guerriglieri curdi siriani, alleati fondamentali nella lotta allo Stato Islamico. I tempiIl presidente, probabilmente, ha deciso di rivedere i tempi dell’operazione. Durante la visita a sorpresa in Iraq ha confidato ai comandanti del teatro che il ritiro dal territorio siriano non sarebbe stato così repentino. Poi è arrivata l’indiscrezione del senatore Lindsey Graham. Dopo un colloquio alla Casa Bianca ha affermato che si era entrati in una fase di “pausa”, con maggiori margini di manovra lasciati ai soldati. Con due obiettivi: trovare una sistemazione politico-strategica più adeguata (come ha consigliato Israele), garantire agli ufficiali una “finestra” sufficiente per smobilitare. E secondo il Pentagono servono non meno di 120 giorni. Se poi questo periodo si allungherà nessuno può dirlo con certezza. Proprio l’intera vicenda mostra come Trump abbia fatto una sorta di slalom, stretto tra le sue promesse elettorali (riporto i soldati in America) e le necessità strategiche enfatizzate dall’ala interventista della sua amministrazione. In questi giorni una delegazione guidata dal suo consigliere John Bolton – noto “falco” – visiterà Turchia e Israele per un confronto sulla crisi.Corriere.it