LA MORTE DI LORENZO HA TOCCATO MIGLIAIA DI PERSONE
Ho aperto il frigo e ci ho messo dentro una pentola per sbaglio. “Ma che cazzo sto facendo…”. Ero sovrappensiero. E’ da ieri che sono in sovrappensiero. Non riesco a togliermi la morte di Lorenzo dalla testa. La sua lettera e questo video. Come me tanti. La morte di Lorenzo ha toccato migliaia di persone. Incredibile come ci si possa sentire vicini a qualcuno che non si conosceva personalmente. Mi sono chiesto perché. Perché questa morte ci abbia toccato di più di altre. Eppure a gennaio era morto un altro combattente italiano, Giovanni Asperti, in un tragico incidente. Lo abbiamo ricordato, ma non è stato lo stesso… Forse c’entra l’età. Il fatto di essere stato ucciso dall’Isis, di aver visto il suo corpo esposto come trofeo. L’aver lasciato tracce, interviste, lettere, video. Il fatto che la sua bacheca facebook fosse quella di un amico, che scherzasse – e ti restituisse perfettamente il senso dell’interruzione, del vuoto improvviso. O forse no. La somma dei dati non ci può restituire la grandezza incommensurabile che c’è apparsa ieri. La verità è che c’è qualcosa, in questa morte, che parla il linguaggio della vita.C’è qualcosa che parla alla nostra vita.C’è un ragazzo che ci dice che la vita non è solo inanellare la sequela di giorni più lunga possibile, ma combattere per ciò che può fare felice una collettività. Nel libro di un altro combattente,Davide Grasso, si racconta proprio del momento in cui devi registrare questi video. E’ difficile: molti sono impacciati, preferiscono non pensare all’eventualità della loro morte. Si irrigidiscono, non sanno che dire, dicono cose ridicole. Lorenzo invece si racconta, e quando arriva a fare cenno alla sua morte, inizia a ridere. “You know”, è andata così… Non facciamo troppe storie. Lo sguardo gli si adombra solo quando deve ricordare tutte le persone che lascia. C’è da scommettere che fosse triste lui per loro. Per quei meravigliosi genitori. La sua morte no, non era un problema per lui. “Nonostante questa prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo”. E’ questa grandezza incommensurabile, che rovescia tutti i parametri di questo mondo, che viene da lontano – dall’antichità greca, dai primi cristiani, dai monti partigiani, dalla Sierra Maestra -, eppure così concreta, così vicina, che c’è stata sbattuta in faccia. Facciamoci i conti fino in fondo.
