LA SIGNORA RAZZISTA CHE CE L’AVEVA COL PAPA “ISLAMICO”

LA SIGNORA RAZZISTA CHE CE L’AVEVA COL PAPA “ISLAMICO”

Tempo fa parlai di un’anziana che trovavo al bar sotto casa, la chiamai Signora Razzista.Era una specie di Facebook vivente, nel senso che dava voce, in piedial banco, a tutti i commenti che si trovano sotto i post dove si parla di migranti.Vengono a rubarci il lavoro – berciava.Stuprano le nostre donne – insisteva.Noi abbiamo fatto grande l’Italia – mi disse un giorno, nel primo dei due grossi litigi, intendendo che io e quelli come me, invece, la stavano rovinando.Una volta, nel pieno del suo vaneggiamento propagandistico – non erano sfoghi: gli sfoghi, per definizione, sono flussi che passano e vanno, le sue parole invece non avevano mai fine – entrò un ragazzo nero, verosimilmente a chiedere carità. Gli si fece incontro e gli urlò: Si può sapere che cosa vi aspettate quando venite in Italia? – domanda anche comprensibile, non fosse che era usata nel pieno di quella che era un’aggressione verbale. Io e un altro cliente rassicurammo il ragazzo e lo accompagnammo fuori.Le bariste ridevano. Una tipa pittoresca – dicevano. Con un marito tanto mite – aggiungevano.Ce l’aveva con il Papa, lo chiamava Papa islamico, un fesso, che non s’accorge dell’invasione degli arabi, che lecca il c++o all’Islam, che lava i piedi ai musulmani in carcere, sono tutti dell’Isis quei bastardi e vengono per distruggerci. L’età non la riparava dalla parola scurrile, dall’improvvisa tremenda volgarità.La sua mente era di una lucidità gelida.Un giorno se la prese con due genitori che se ne erano usciti dimenticando lo zaino del figlio su una sedia. Fu motivo, quello, per una lunga dissertazione sui costumi decaduti, sull’inadeguatezza dei genitori di oggi, contrapposti alla rigida disciplina con cui crebbero lei e quelli della sua generazione, arditi e fieri, non come questi rammolliti. Quando dieci minuti più tardi quella coppia di giovani genitori entrò spaventata a chiedere dello zaino, la Signora ebbe modo di confliggere, e lì le dissi che mi faceva schifo.E le bariste ridevano.Fu l’ultima volta in quel bar. La Signora Razzista non l’ho più vista neppure in giro per il quartiere, mi è tornata in mente a pranzo, quando ho letto della messa del Papa nel “cuore dell’Islam”. Sarà là al banco, sguazzando battagliera nel suo pozzo avvelenato.