L’ALTRO NATALE: CHIAMARE LA POLIZIA A 90 ANNI PER CONFORTO
…QUANDO VEDIAMO GLI ANZIANI SOLI CHE FANNO LA SPESA Era sola, nella sua casa a Marano, un Comune poco fuori Napoli, la notte di Natale. A novant’anni, invalida, ha cercato un po’ di conforto al telefono. I carabinieri hanno ricevuto la chiamata di una signora anziana, di 90 anni, che chiedeva solo un po’ di compagnia, in una serata che di solito si passa con la famiglia: «Voglio solo parlare un po’, i miei figli sono lontani», ha raccontato. E i militari si sono diretti volentieri dalla signora per passare parte del turno con lei. Dopodiché hanno segnalato la situazione ai servizi sociali.La notizia di poche righe viene dal “Corriere.it”. Cose del genere succedono ogni anno, sotto le feste natalizie. E tuttavia sarebbe un bene non abituarsi a leggere senza riflettere un secondo sulla forza simbolica di quella piccola richiesta di aiuto.Gli anziani si abituano, un po’ alla volta, ad essere soli anche quando non sono soli; quasi sempre si sentono un peso per il semplice fatto di vivere; ogni tanto, però, basterebbe poco, anche un invito a pranzo o a cena da parte dei figli, per far loro tornare il sorriso, il piacere di condividere il cibo con qualcuno, la voglia di parlare, di vestirsi, di sorridere (se riesce).A me capita sempre più spesso, con l’età, di osservare quegli anziani, uomini e donne, che fanno la spesa da soli nei supermercati, talvolta traballanti, assenti o troppo coperti, contando i 10 o i 20 centesimi. E mi vergogno, oggi, di essere stato sbrigativo o insofferente alle casse se uno di essi chiacchierava un po’ più a lungo con la giovane cassiera, magari per evadere un minuto dal silenzio assordante delle loro esistenze perlopiù murate vive in casa.
