PARADOSSO EUROPEO PER ROMENI E ITALIANI

PARADOSSO EUROPEO PER ROMENI E ITALIANI

Alberto Negri – Paradosso europeo per romeni e italiani Cammineremo insieme, ha detto Papa Bergoglio durante la sua visita in Romania. In realtà gli italiani con i romeni _ che siano ortodossi o della minoranza cattolica _ è un pezzo che camminano insieme: in Italia abitano e lavorano 1,2 milioni di romeni, circa il 5% del totale della popolazione. I romeni vivono insieme a noi ed è giusto capire che periodo attraversa il loro Paese e come si colloca la Romania in Europa, visto che tra l’altro a fine giugno scade anche la presidenza romena del Consiglio europeo.La Romania, entrata nell’Unione nel 2007, sta vivendo una sorta di choc politico, un po’ come l’Italia e anche di più. Domenica scorsa è accaduto l’imponderabile, con una partecipazione alle elezioni europee senza precedenti che ha delegittimato l’attuale maggioranza di governo composta da Psd-Alde (socialdemocratici e Alleanza dei liberali e dei democratici), innescando le rivendicazioni del centrodestra pronto a subentrare in caso di elezioni anticipate. Il Psd ha raccolto il 22,85% ed è stato superato ampiamente dal partito Liberale (Pnl) che ha raggiunto quota 26,71% e ha rischiato di finire addirittura come terzo partito, quasi scalzato dalla neonata coalizione di centrodestra composta da UsR (Unione Salvati Romania) e Plus, un partito che alla sua prima apparizione ufficiale ha raggiunto il 21,49%.Come se non bastasse, lunedì è arrivata la sentenza definitiva che ha inviato direttamente in carcere il leader dello stesso partito socialdemocratico e presidente della Camera dei Deputati, Liviu Dragnea, che dovrà scontare 3 anni e 6 mesi per abuso d’ufficio, falso e corruzione. Insieme alle elezioni europee i romeni hanno anche approvato il referendum sulla corruzione fortemente voluto dal presidente Iohannis per abolire le riforme del codice che erano state introdotte per salvare dal carcere il leader socialdemocratico.Ora il presidente della repubblica Iohannis preme sul premier, la signora Viorica Dancila, per avere nuove elezioni o per lo meno un rimpasto di governo. Interessante la figura di questa signora che ha dileggiato a più riprese l’Unione europea definendo “autistici” i deputati europei che “disinformano l’UE” riguardo ai cambiamenti delle leggi sulla giustizia. Per fortuna i romeni hanno capito che forse bisogna cambiare, anche nell’interesse della stessa Romania. L’intensità degli aiuti europei distribuiti dai fondi strutturali dell’Unione dice che la Romania nel periodo 2014-2020 ha ricevuto 167 euro per abitante, lontano dal record dell’Estonia di 409 euro, ma il doppio dell’Italia, 87, e molto al di sopra di Francia (38) e Germania (34). Nel prossimo bilancio i romeni saliranno a 190 euro per abitante. Anche per l’Italia non c’è troppo da lamentarsi: nel periodo 2021-2027 i fondi strutturali a noi destinati saranno di 38 miliardi, secondo Paese beneficiario dopo la Polonia. Romeni e italiani quando c’à da battere cassa a Bruxelles camminano davvero insieme. Poi come spendano i soldi dell’Unione, e se li spendono davvero, è responsabilità dei governi nazionali e delle amministrazioni locali che eleggono. C’è davvero poco da lamentarsi.