PIERGIORGIO, CHE HA MERITATO IL RIPOSO

Il 20 dicembre 2006 decideva di andarsene Piergiorgio Welby. In troppi non hanno voluto rispettare la sua volontà, libera e consapevole. Molti fanno la stessa scelta, di nascosto, perché gli ipocriti che ci governano non vogliono fare una legge per dare questa libertà alle persone. Molti altri non possono, perché magari hanno la sfortuna di incontrare sulla loro strada medici altrettanto ipocriti. E soprattutto perché non hanno i soldi per farlo, perché di fronte alla morte non siamo tutti uguali.Non posso condannare il suicidio di una persona che sa di dover morire presto, con dolore e spogliata della propria intelligenza. E proprio perché è una scelta che riguarda la coscienza e l’intelligenza di ciascuno di noi, non può essere la legge a imporci una scelta. Non può essere la stato a dire che devo vivere fino all’ultimo istante; e poi qual è l’ultimo istante? qui rischia di aprirsi una nuova querelle, come troppe ne abbiamo viste sulla pelle dei pazienti e dei loro familiari.Di fronte alla malattia io devo poter usare la mia intelligenza e posso decidere di vivere fino all’ultimo, perché credo che sia giusto così, o posso decidere che il mio momento sia arrivato.La dignità è il rispetto che l’uomo deve a sé stesso e che gli è dovuto, proprio nella sua condizione di uomo, per il suo valore, per la sua intelligenza, per la sua libertà. Negare la sua libertà, non dare credito alla sua intelligenza, non fidarsi del suo valore è la cosa peggiore che possiamo fare a un uomo.Nel finale del romanzo “Il Maestro e Margherita” c’è un dialogo tra Levi Matteo, il pubblicano diventato apostolo di Gesù, e Woland, il diavolo. Levi Matteo chiede, seppur a malincuore, aiuto a Woland, affinché egli prenda con sé il Maestro e lo ricompensi con il riposo.“Perché non ve lo prendete voi nella luce?Non ha meritato la luce, ha meritato il riposo, – disse Levi con voce mesta.”Credo che anche Piergiorgio – come tanti altri – abbia meritato il riposo.