PRINCE JERRY, PARTE SECONDA. PERCHÉ NON È UNA FAKE NEWS. ANZI

PRINCE JERRY, PARTE SECONDA. PERCHÉ NON È UNA FAKE NEWS. ANZI

Torniamo alla triste vicenda di Prince Jerry, il giovane nigeriano morto suicida qualche giorno fa. Neppure i funerali, la commossa partecipazione della gente che lo conosceva, fa sopire le polemiche che questa terribile morte reca con sé. Terribili perché irrispettose dell’oblio necessario che dovrebbe calare sulla vicenda per farle seguire il suo percorso di indagini giudiziarie, e per donarle la pietas che merita la morte in genere e quella di un giovane in modo particolare. Nel ping pong delle responsabilità le notizie che avrebbero indicato nel decreto sicurezza uno dei possibili motivi del suicidio del giovane, sono state additate come fake news. Da una nota del Viminale si appura:” la richiesta di asilo era stata negata prima che il decreto Salvini diventasse legge. Il ragazzo avrebbe avuto risposta negativa il 30 luglio scorso quando il decreto Salvini non era ancora in vigore, ricevendo la notifica il 17 dicembre scorso. Lo stesso avrebbe deciso di fare ricorso il 15 gennaio”. Puntuale, precisa. Una nota che gli addetti ai lavori definirebbero ” giuridicamente corretta” Eh, già. Ottima prova precostituita in un giudizio in cui si fosse per ipotesi chiamati quali rei di ” istigazione al suicidio”. Si direbbe :” Allora tutto il cucuzzaio” risalendo l’analisi e il rigetto a qualche mese prima dell’entrata in vigore del celeberrimo decreto.Si direbbe: vigevano le precedenti norme, quelle rosse, quelle dei “nemici del prima gli italiani” . Da qui tutta una serie di articoli di giornale, di editoriali atti a evidenziare la ” strumentalizzazione”, l’artata elaborazione fatta dagli scritti che subdolamente avrebbero criticato le palesi criticità del decreto sicurezza. Com’è superficiale l’indagine tesa a una discolpa che oggi suona falsa! Ebbene, il giovane poteva non avere i requisiti, poteva aver sbagliato qualcosa nell’iter seguito, o ci poteva essere stato anche un errore nell’istruttoria della pratica. Lui non lo sapeva.Sebbene il provvedimento di rigetto era del 30 luglio gli sarebbe stato notificato il 17 di dicembre 2018. Quello che viene opportunamente celato anche dopo avere comunicato questa notizia tesa a sgomberare la mente dal più piccolo dubbio sulle responsabilità per la morte del ragazzo, è che con l’entrata in vigore del decreto Salvini, il 28/9/2018, ogni richiedente non aveva più speranza di vincere qualsiasi ricorso! È vero, aveva presentato ricorso avverso il provvedimento che gli era stato notificato. Ma le nuove norme, tempus regit actum, checché ne dica il Viminale, si sarebbero applicate a qualsiasi ricorso, a qualsiasi richiesta di revisione. E per Prince non ci sarebbe stata alcuna speranza. Ciò che viene taciuto e che forse Prince Jerry sapeva è che nel decreto convertito è rinvenibile addirittura la norma che revoca la concessione del gratuito patrocinio a cura dello Stato nel caso in cui il ricorso del migrante avverso il diniego di asilo venga dichiarato improcedibile o inammissibile. Previsione normativa che rischia di lasciare senza difesa giudiziaria migliaia di migranti, perché gli avvocati, nel rischio possibile di una declaratoria di inammissibilità e/o improcedibilità del ricorso, non assumeranno il patrocinio. O non patrocineranno i successivi gravami. L’iter amministrativo ha rigettato la richiesta del giovane. Che importa sotto quale casacca siano state emanate le leggi che hanno condotto a quel responso? Perché la corsa alla precisazione della data del rigetto della istanza del giovane? Non si sindaca il diritto del giovane ad avere o non avere il riconoscimento dell’asilo. Si sindaca il diritto a nutrire speranza nella giustizia.E quello, con un verdetto già scritto a priori a caratteri cubitali in una legge chiamata Sicurezza, gli è stato negato! Ecco ciò che viene taciuto! Questa è fake news